mercoledì 14 agosto 2013

Lettera aperta alla Presidenta

                                                                                                                        New York 1/9/2013



Illustrissima signora Dima,

mi scusi se ho l'ardire di rivolgermi a Lei direttamente. Ma in quanto presidenta  del Brasile,è senza dubbio la persona più indicata. Senza contare che se seguo la trafila d'obbligo,a Lei questa mia non arriverebbe mai.
Sono ormai due mesi che vado in giro per il vostro bellissimo stato,e durante tutto questo tempo,mi son fatto un'idea delle cose che vanno e di quelle che,invece,non vanno. Lei senza dubbio starà pensando "ma questo chi è?e che cavolo vuole?". Ha ragione,senza dubbio. Da uno che vive in Italia,poi,le critiche sono proprio l'ultima cosa che un qualsiasi presidente al mondo si aspetta. Ma io oso! Senza contare che,con tutti i soldi che in questi mesi vi ho lasciato,posso vantare un diritto morale.(questa non è mia,ma non ricordo chi l'ha detta....uhm...).
Quindi,La prego,non cestini tutto con un semplice clic,ma si metta comoda,si faccia portare una caipirinha da uno dei suoi domestici-che qui le fate tanto buone- e si prenda questi dieci minuti necessari a leggere queste quattro righe.

1- Il cibo
  Spiace dirlo,ma per quanto siate bravi a ballare,a cucinare siete un disastro. 
Tutta quella carne! E il pesce,ma non si fa così,suvvia! Sempre coperto di salse,oppure fritto o,peggio del peggio,fritto e coperto di salse. Ho le prove! Decine e decine di menù sparsi per il Brasile valgono più di qualsiasi testimonianza! Per non parlare di quello che mangiate per accompagnare i vostri piatti.
Mai mangiato così tanto riso,farofa(non si scrive così ma pace) e fagioli in umido. Questi soprattutto. Ma non vi rendete conto che gonfiano? Già il brasiliano medio pesa sopra la media-passatemi il gioco di parole-,volete renderlo il più flautolento del sudamerica,anche? 
Ma,come direbbe uno di cui al momento mi sfugge il nome,ghè pensi mì! Si dia il caso che faccio il cuoco,e per ricambiare la vostra ospitalità,mi trasformo,per l'occasione,nel Gordon Ramsay dei poveracci.
a) Il churrasco va bene. Togliete quelle maledette calabresa(un misto tra salsicce e wurstel),e andate alla grande. Magari ci andrei pianino con le costine ecco. E il manzo,al sangue porello. Che vi ha fatto di male per essere cotto in quella maniera? Quella è tortura bella e buona.
b) Il pesce è il vostro punto dolente. Avete chilometri e chilometri di costa e voi lo rovinate in quella maniera. Vi meritereste i confini della Svizzera,ecco! Basta fritto! Basta salse! Più è naturale,meglio è! E se proprio volete farvi una zuppetta di pesce,evitate come la peste la panna e le uova sode! Uova sode! ma vi rendete conto? Pomodoro,e via. Guadagnate in gusto,e perdete qualche chilo,voilà!  
Menzione d'onore,comunque,per la moqueca do camarão di Espirito Santo. Così si fa. 
c) Perchè un piatto sia davvero gustoso,bisogna anche saperlo accompagnare. E non parlo di vino,no. Ma un buon contorno può fare miracoli. Qualche insalatina qua e là l'ho anche trovata,ma troppo poco. Quindi non vi restano che due cose da fare; primo,applicate un blocco commerciale alla Cina. Basta riso. Secondo,vietate per legge i fagioli. Anzi,i legumi,tutti,così andiamo sul sicuro. Ne guadagna la linea,e anche l'aria. Ultima cosa,lasciate stare gli spaghetti,non è roba per voi.
Ecco,è tutto. Facile,no? 

2- La rete autostradale
 Non ho fatto bene i conti,ma mi son fatto,grosso modo,circa 8000 km in autobus in giro per il Brasile. Più del vostro ministro dei trasporti che,ne sono certo,ha l'aereo di stato. Quindi parlo con cognizione di causa e col diritto di farlo,mica poco. 
Ora,io non so che cosa avete contro la rete ferroviaria,affari vostri. Non vi piace? Bravi,non fatela. Ma allora perché non dare una sistematina alla rete stradale? Tappare qualche buco qua e là,ampliare il numero delle carreggiate e,se proprio vi sentite in vena di scialare,una vera autostrada. Una sola! Giusto per cominciare,poi magari vi piace,vai a sapere. Però mi vedo costretto a spezzare una lancia per i poveri treni. Sono belli,comodi,e puntuali. Parlo dei treni fuori dal territorio nazionale italiano,ovvio. E,in più,non inquinano. Qualcuno potrebbe controbattere che,oramai,il brasiliano e diventato auto-dipendente,e che non sarebbero utilizzati. Va bene,allora fate solo treni merci,tutto quel trasporto su gomma vi sta uccidendo,sia come inquinamento che come incidenti sulle strade. Ovvio,se ci si pensa bene. Le strade si deteriorano molto più in fretta,diventa sempre più difficile curarle a modo,e come se non bastasse,non è che alla guida siate dei modelli,eh....
Cominciare una rete ferroviaria da zero,in un paese come il vostro,è un'impresa titanica,mi rendo conto. Io non posso aiutarvi,ma c'è un'amico di mio cugino che ha il papà,che.....

3- L'economia
  In questi ultimi 10 anni,avete fatto passi da gigante. Per la prima volta nella vostra storia siete diventati un paese creditore di capitali,avete levato dalla povertà 30 milioni- se non ricordo male-di brasiliani,fate parte del BRIC e così via. Bravi. Allora perchè,perchè state diventando come noi? Almeno questa è la mia impressione. A me pare che il vostro punto di riferimento,sia il cosiddetto "mondo occidentale",qualsiasi cosa voglia dire. Le pare che siamo da prendere come esempio,noi?  Volete anche voi diventare un paese dove a comandare sono i soldi,la borsa e quelle stramaledettissime corporazioni? Anche no,vero? 
Ma ho una buona notizia. Siete ancora in tempo. Dovete solo fare un passo indietro,e ricominciare. E so io come.
Per cominciare,dovete tornare a circa dieci anni fa. Tornare più poveri per diventare,dopo,più ricchi. Sembra un'assurdità,ma dovete ritrovare quell'idealismo tipico del sudamerica. Nessun politico brasiliano,immagino,sarebbe disposto a mettere in atto una politica suicida come questa ma,per fortuna esistiamo noi italiani. Quindi,ecco la mia idea. Lei,signora presidenta,viene a governare in Italia per i prossimi 5 anni,e noi in cambio vi diamo Berlusconi per altri cinque (ma anche di più eh,basta chiedere). Vi garantisco,per esperienza,che in cinque anni tornate indietro di almeno dieci,anche di più se Silvio è preso bene. Nel mentre,lei magari da una sistematina alla politica sociale italiana,che è ridotta uno schifo,vende tutto il parco macchine dello stato,spiega a Bossi cos'è un vero stato federale e,infine,impara a vestirsi decentemente. Senza offesa eh. 
Se Lei non se la sente,potete mandarci Lula. Uno che si chiama calamaro,non può essere cattivo. 
Infine,una richiesta,più che un consiglio. Terminati i cinque anni,tenetevi Silvio. E,visto che senza di lui non può stre,prendete con voi anche la Biancofiore. Portate pazienza,ma io di sentirla farneticare non ne posso più. Grazie.

4- La religione
 Qua rischio la scomunica. O la dannazione eterna. 
Siete un paese incredibilmente religioso. Massimo rispetto. Però,tendete a esagerare un filino,dovete riconoscerlo,dai. 
Io sono dell'idea che la fede debba essere una cosa privata tra l'uomo e Dio,e non vedo,quindi,perchè dovrei andare in giro con adesivi grandi come cartelloni pubblicitari sulla macchina. O parafanghi. O magliette. Insomma,vedendo certe cose,più che a un uomo di fede,penso a un tamarro. Ci vuole stile,discrezione. Se poi Dio esiste davvero,mica ha bisogno di certe esternazioni per vedere se un uomo è timorato di Dio oppure no. Ma,immagino,qua ci si può fare ben poco. Mica si possono vietare la vendita di adesivi e tutto,no? Dove potete migliorare,invece,è la televisione. Quei pastori evangelici,quei canali. Ma siete matti? Sono più deleteri del grande fratello. E poi,mi scusi,che ci guadagna,Lei,da loro? Li ha tutti contro! Che senso ha poter gestire le telecomunicazioni,se la fanno nera? Chiudeteli. Anzi,internateli! Non sono sani di mente,poco ma sicuro.
Faccio notare,poi,che accettando il punto 3,guadagnate un maestro assoluto nell'eliminare oppositori politici passando per la vittima...meditate.
Con la religione la finisco qua. Sai mai che,alla fine,quello che si sbaglia son io....

5- la moda
 Ok,non sono certo uno stilista. Per di più,nove giorni su dieci,vesto come uno straccione. Ma ho visto  cose da far accapponare la pelle. Purtroppo supersilvio,in questo,dubito  possa aiutarvi. Più che giacche in doppio petto,non usa. E se l'immagina tutto il popolo brasiliano in doppio petto? Roba degna di un romanzo di Orwell.  Da rabbrividire. Potete fare di meglio,basta poco.

Con questo,Illustrissima,concludo. Spero di non averla fatta annoiare. O,peggio, infuriare. Ma non si sa mai,per questo Le scrivo da New York. Sono un codardo,lo so,ma qua non mi potete prendere di sicuro. E finchè non ridate Battisti allo stato italiano,scordatevi l'estradizione. 

Sempre Suo
Colombascalza®


martedì 13 agosto 2013

Da Ubajara a Parnaíba

A Ubajara ci son voluto andare per le grotte e per le cascate,che fanno tutte parte del parco che prende il nome dalla cittadina. Purtroppo,non avendo calzature adatte,il sentiero che porta alle cascate,due ore circa,non l'ho potuto fare,quindi ho ripiegato sulle grotte. O meglio,su una delle nove. 
All'entrata trovo due omini,mi fanno firmare,ed entro. Passo il piccolo bar,e poco più avanti trovo un piccolo spazio espositivo dove,tra l'altro,si trovano pannelli che illustrano la flora e la fauna del parco. Nel reparto animali,trovo la foto di una tarantola niente male. Non del tutto convinto,mi avvio.
Prendo il biglietto per la funivia,che è una delle attrattive del posto. Dall'alto fa paura,davvero. Chiedo quanto dura il tragitto,e da quel che capisco mi dicono 13 minuti. Per fortuna capisco male,son solo tre. Tredici minuti quassù,per me,sarebbero stati decisamente troppi.
Come se non bastasse,tira un vento che porta via,e trovarsi nel mezzo,a quell'altezza,è un po' come essere in barca. Si balla che è una meraviglia. Tocco terra (è il caso di dirlo),e Alex,la mia guida,mi porta all'entrata della prima grotta che si trova sul sentiero. Roba di due minuti. 
Questa grotta,mi spiega,è divisa in nove sale aperte al pubblico,più altre,che vanno molto più in profondità e molto più lontane,usate dagli speleologi per studio. La prima che si trova,proprio all'entrata,è stata per anni usata come una piccola canonica,con altare e tutto,anche se ora rimane solo una piccola statua della Madonna. Non mi stupisco nemmeno tanto. 
Comunque ogni sala ha la sua peculiarità,alcune interessanti,altre decisamente meno. 
Me ne sono rimaste impresse due in particolare. La prima,è una dove. Si trova una formazione di stalattiti che ricorda,più o meno,una donna che allatta. A voi la sentenza....

La seconda,invece,mi è rimasta impressa,non per una qualche forma bizzarra o una storia particolare,ma perché era sede di una colonia(si dice così?) di pipistrelli. Avevo anche fatto un video,nella speranza che si sentisse il casino che facevano,purtroppo il generatore della luce era proprio li vicino,e non si sentiva,ne vedeva,nulla. 
Comunque davvero molto interessante. E,meglio ancora,niente tarantole. Anche se un lontano parente l'ho incontrato.
Mi hanno assicurato che non era velenoso,ma sia mai,alla larga....

Come dicevo,molto interessante ma,non me ne vogliano i brasiliani all'ascolto,le nostre grotte di Frasassi sono un'altra cosa.

Dopo qualche giorno,pochi,tre in tutto se non ricordo male,parto per Parnaíba. Questa volta canno completamente orario,luogo e bus. Mi vedo costretto a prendere un minivan per una cittadina che nemmeno ricordo come si chiama,aspettare un'eternità,e finalmente prendere l'onibus. Arrivo che è quasi sera,per un viaggio che richiede poche ore. Stavolta niente pousada,e al diavolo gli ostelli.
Hotel da cagone,e via. La mia bella lonely planet dice che in bassa stagione fanno ottimi sconti,e ne approfitto. Rimango comunque stupito. Il 50% di sconto non me lo aspettavo proprio. L'hotel è moderno,fatto bene. Decisamente una bella differenza da Alemão,che tra insetti,ranette,zanzare e cose che non conoscevo,ogni notte era una piccola battaglia.Fantastico.
Giro in centro la sera,prenotazione per il tour sul delta per la domenica,e me la giro un poco. Qua son stato benissimo,mi son trovato bene fin da subito. Pieno di botteghe artigianali,che qua è  il loro forte. Non c'è molto altro,a parte i soliti locali,ma a me basta. 

Otto e un quarto di domenica mattina,puntuale come uno svizzero al lavoro. Aspetto il passaggio per il delta che,mi hanno assicurato,mi viene a prende direttamente all'hotel. Aspetto quasi due ore. È la prima volta,da quando sono in Brasile,che sono veramente incazzato nero. Ero lì lì per pagare il conto e andare alla prossima tappa. Tengo duro,e chiedo alla recepito di contattare l'agenzia che mi ha venduto il biglietto. Finalmente arriva un taxi. Toyota grigia nuova di pacca. Me la ricordo ancora,il tipo guidava come un pazzo. Una volta al molo,salgo su una lancia,che mi porta alla barca,che intanto era già partita. Ho fatto un'entrata,come dice Filipe,da divo di Hollywood!  

Io,in teoria,volevo fare l'escursione sul delta con una canoa,a remi. E questo perché,con una barca a motore,gli animali che popolano la zona ovviamente scappano. Troppo rumore. Ma ero l'unico ad aver fatto la richiesta per quella particolare escursione,e quindi nada,ciccia! Poco male,mi son divertito un bel po! 

Su tutte,due persone ricordo. Uno era un tizio,più largo che alto,che era il classico festaiolo. Mi ricordava il Bonde,fate voi. Il secondo era uno dei fotografi,un ragazzo che studia medicina e il russo a tempo perso. Una gran bella persona,davvero.

Lunedì mattina,rodoviaria di Parnaíba. Decisamente,non sono bello fresco. Sono pronto,meglio che posso,alla penultima tappa brasiliana. Parque nacional dos lençóis maranhenses. Arrivarci è un'odissea,già lo so. Mi aspettano tre cambi.  Quello che non sapevo,era che mi aspettava un viaggio con quella che è,probabilmente,la compagnia di bus più scalcinata del Sudamerica. E pensare che l'inizio non era stato affatto male. Biglietto,salgo,bus vuoto. Ottimo. Alla fermata dopo,il caos. Il mondo. Gente in piedi,aria condizionata che non andava e,ciliegina,il posto dove stavo io venduto due volte. Per fortuna la tipa era col marito,quindi il tragitto in piedi se l'è cuccato lui. E parlo di quasi due ore e mezza,mica poco. L'ultima oretta,giusto per gradire,il bus si era guastato,e a occhio si andava a non più di 80 all'ora,a star larghi. Quelli che son scesi a Tutóia,non erano dei passeggeri. Erano degli immigrati. Ma va bene,prima tappa,andata. Ora devo cercare un mezzo per la seconda,Paulino Neves.
Gi unici mezzi che fanno la tratta,sono dei pick-up adibiti al trasporto di circa dieci persone. Gli stessi di Jericoacoara. Nella bolgia della stazione,un casino pazzesco,ne trovo uno,che parte alle tre del pomeriggio. Ne approfitto per mangiare un boccone, e poi via. Arrivo che è sera,tardi,e devo aspettare il giorno dopo per arrivare alla terra promessa. Mi metto d'accordo con uno per la mattina del giorno dopo. "As quatro da manhã". Faccio mente locale col mio pessimo portoghese.  Le quattro del mattino. "Alle quattro del mattino? A noite?" Di notte? Si,mi risponde,alle quattro del mattino. Sarà,ma per come la vedo io,alle quattro del mattino è ancora notte fonda,ma pazienza.  Unica consolazione,mi son mangiato,in un posticino carino carino,cuore di bue fritto. Una perla.

Quattro del martino,fresco come una rosa (eccerto),salgo sul quel maledetto arnese. Due ore tra le dune di sabbia,un sonno della madonna e senza nemmeno aver bevuto un caffè.
Tengo botta fino a pranzo,me la giro un poco. Domani saprò se ne è valsa la pena.

lunedì 5 agosto 2013

Jericoacoara

Visto che la volta precedente nell'ostello mi son divertito parecchio,faccio il bis. Mi affido alla guida,e scelgo il Jeri Hostel,venti metri dalla piazza principale. Entro,ancora un po scosso dal viaggio,e aspetto qualcuno alla reception. Dopo poco arriva uno,occhialoni da sole e un'andatura ondeggiante,non so come meglio descriverla. "Cazzo Steve Wonder!" penso. E ci assomigliava davvero,tranne per l'età e i capelli. Anche il modo di guardarti,tant'è vero che,all'inizio,pensavo avesse problemi di vista. Invece ci vedeva benissimo,però era strano comunque. Prendo la mia bella cameretta color rosa e farfalle in ceramica alle pareti- mi daranno mai una camera normale,prima o poi?-e me ne vado in spiaggia. Scelgo la praia principal,quella servita meglio. Ci sono bar,baracchini,buggy per le escursioni nei dintorni,moto e cavalli. Tanta roba,anche troppa. Le buggy poi fanno un bel casino,senza contare che la maggior parte son guidate da tamarri,e qualche sgommata non se la fanno mancare. Verso sera prendo le mie cose e mi dirigo verso la costa,ad est,dove si trova la pedra furada.
In teoria,nel momento esatto che il sole tramonta,per una frazione di secondo,si dovrebbe assistere al fenomeno del "raggio verde". Sarà,ma io l'unica roba verde che ho visto,era qualcosa che avevano dei tipi poco più in là. Comunque molto bello,la scarpinata fino a qua merita tutta.

La sera decido di provare il kitesurf,una specie di windsurf,soltanto fatto con una sorta di paracadute invece della classica vela. Ah,se vi capita di farlo,non chiamatelo mai paracadute,ma kite,evitate battute sarcastiche in questo modo. Ci mettiamo d'accordo per il giorno dopo,e tutto gasato me ne vado in giro per il paese. La via che porta alla spiaggia principale,è piena di bancarelle. Qualcuna da anche da mangiare,ma quasi tutte vendono alcolici,cocktail,le solite cose. In spiaggia c'è uno spettacolo di  capoeira,che viene fatto praticamente tutte le sere dagli stessi che tengono i corsi durante il giorno. Niente male,ma non c'era molta gente. Per strada trovo Steve Wonder con un po di gente,mi unisco e passiamo una bella serata.

Dieci del mattino,saliamo sul pick-up e andiamo alla spiaggia,venti minuti a ovest di Jeri. Sono l'unico che non ha mai fatto kitesurf in vita sua. Solo una coppia di olandesi sono circa al mio livello,la loro era la terza lezione. Gli istruttori son tutti giovani,chi brasiliano,un francese e una coppia di Roma. Parlano tutti,come minimo,tre lingue,uno addirittura cinque,che invidia. Io mi ritrovo come istruttore una ragazza  di San Paolo,che ha lavorato come cameriera a Milano Marittima,e quindi se la cava bene con l'italiano. Non sto a raccontarvi tutta la giornata,essendo la prima (e unica) lezione di kitsurf,la passo prevalentemente a esercitarmi nelle basi,e questo vuol dire che per la prima ora abbondante,il mare lo vedo soltanto dalla spiaggia. Ma a quanto pare imparo in fretta,e prima della fine della prima lezione,riesco ad arrivare al punto di partire da solo,cosa che,mi hanno assicurato,prima della seconda difficilmente succede. Inutile dirlo,non mi sono mosso di un centimetro. Anzi,non ho bevuto mai tanta acqua in vita mia. Ma finita la giornata,ero comunque soddisfatto. 
Prima di tornare,la mia istruttrice mi da una dritta che da sola vale una giornata passata a bere acqua e  planare a faccia in giù sul mare;un baretto sulla spiaggia faceva una focaccia che era uno spettacolo. Affamato come poche volte gli garantisco che ci sarei andato di corsa. Salito in macchina mi sento urlare dietro "lasciamene una!",e facendogli ok con la mano,partiamo.
Insomma,bella giornata,ma il giorno dopo ero uno straccio....

Il Brasile è pieno di italiani,ma mai avrei immaginato di incontrare qualcuno che conosco. Men che meno una persona della Val d'Aosta che ho conosciuto almeno dieci anni fa all'Isola d'Elba. Eppure me la son trovata qua,che gestisce un bar proprio nella piazza principale da almeno tre anni. Mi racconta le sue vicissitudini,che son state molte,e io le mie,un po meno dai. Ma tutto sommato la vedo bene,e passiamo una serata piacevole,che si conclude all'alba sulla spiaggia insieme a non so quanta altra gente. Alla mattina io,in teoria,avrei avuto un appuntamento per farmi un tatuaggio;mi son svegliato che eran le due,pace. Me lo farò un'altra volta. 

Sabato mattina parto,e questa volta niente spiaggia e niente mare. Me ne vado a Ubajara,nell'entroterra,circa 850 metri sul livello del mare,più di Bolzano. Qui si trova il Parque Nacional de Ubajara,famoso (almeno da ste parti) per le grotte e le cascate. Vedremo. Devo passare,però,una notte a Comacina,uno schifo di posto ancora sulla costa,visto che per Ubajara c'è un solo bus al giorno,e io l'ho perso. Chiedo alla stazione per una Posada,e me ne indicano una li vicino. Ci vado,e la trovo davvero molto carina,anche se potenzialmente pericolosa. Nulla di grave per carità,ma il gestore era tanto,ma tanto gay. Pizzetta la sera,partita di calcio alla televisione (ero alla disperazione),e buonanotte....

Alle due prendo il bus,e arrivo a Ubajara intorno alle quattro e mezza. Non trovo un taxi alla stazione manco a morire,allora chiedo all'unico bar in vista. Il tipo è gentilissimo,chiude il bar,e mi accompagna alla piazza,dove se ne trova uno solo. A me basta comunque. Arrivo al Sito do Alemão,e mi innamoro del posto. Le camere sono in piccoli bungalow in mezzo al verde,c'è una pace che è una meraviglia. 
Il gestore mi indica un sentiero che porta a un punto panoramico che ,mi dice,da una vista splendida della vallata sottostante. Ed è vero.

Alla sera mi faccio io miei bei venti minuti abbondanti a piedi,e vado al ristorante più vicino,il primo che incontro. La strada è sterrata,pessima e senza illuminazione o quasi,ma mi piace un bel po. Non vi dico che cielo stellato che si vedeva,fantastico. 
Peccato solo per la cena,senza dubbio la peggiore da quando son qua. Non perché il ristorante facesse schifo,no,ma perché mi son preso una roba con del pesce,verdura e uova sode intere  che non si poteva mangiare. Mamma mia. Me ne son tornato nel bungalow,e ho dormito da dio...






 

mercoledì 31 luglio 2013

Fortaleza

Di Fortaleza me ne avevano parlato malissimo.Pericolosa,incasinata,cose così. Tutto vero,per carità,ma essere ospitato  in una casetta,a trecento metri dalla spiaggia,con il caffè pronto la mattina e la miglior caipirinha  nel raggio di chilometri,aiuta a non notare certe pecche. 

Sono arrivato verso le otto di sera,e trovo i miei zii,che sono venuti a prendermi,belli in forma. Vabbè,lo zio Ermanno dovrebbe mettersi forse un po a dieta,ma a parte quello sta benone. Scusami zio,ma dovevo dirlo. Dopo cena (bella abbondante eh,e non solo da parte mia) finalmente mi portano alla loro casa di cui tanto ho sentito parlare. E devo dire che è meglio di come me l'ero immaginata. Una villetta a due piani con giardino e orto annesso. L'orto,a dire il vero,è la parte meno riuscita,ma far crescere qualcosa sulla sabbia,sarebbe dura per chiunque. Eppure,qualcosa cresce. Forse il fatto di essere preti aiuta,vallo a sapere. Passiamo la serata a chiacchierare del più e del meno,almeno all'inizio,poi si finisce a parlare di politica,come sempre quando degli Allegri si ritrovano. Capisco un po meglio i problemi del Brasile e Fortaleza,e vi risparmio i commenti su certi politici e movimenti religiosi,non proprio edificanti. 
Sopratutto questi ultimi mi hanno sorpreso. Gli evangelici sono una vera e propria potenza,ricchi e con un seguito decisamente maggiore rispetto alla chiesa tradizionale. Sono anche dei cialtroni,nella migliore delle ipotesi,e dei truffatori nella peggiore. Idea del tutto personale,sia chiaro. Ma a quanto pare,in un paese come il Brasile,che vive la religione in una maniera molto emotiva,vanno a nozze. Capita spesso infatti,di vedere sui bus,sulle auto,perfino pubblicità,scritte del tipo deu te ama o cose simili. Addirittura un giorno,passando davanti a una farmacia,mio zio mi ha fatto notare che,oltre alle normali pubblicità dei farmaci,c'era la scritta "ma la miglior medicina è Dio".Robe da matti.

Di Fortaleza comunque non c'è molto da dire. Niente di particolare per lo meno. Classica città brasiliana da tre milioni e rotti di abitanti,palazzoni e centri commerciali (alcuni costruiti non esattamente seguendo le regole a quanto mi dicono),ma anche qua si possono trovare degli angoli mica male. Il centro città,per esempio,mi è piaciuto parecchio,bancarelle,mercatini,musica e un sacco di gente. Una bella cagnara,di quelle che si vedono nei film ambientati nelle città sudamericane,secondo me. Sono anche andato a vedere la vicina cattedrale,che per un europeo può sembrare poca cosa,abituati a secoli di storia,ma non era male. Non ne sono uscito redento,ma si stava al fresco per lo meno. Un posticino carino che merita senza dubbio una visita è Beira Mar,letteralmente il lungomare. Anche qua bancarelle a decine,dove si può comprare un po di tutto. Dalle immancabili T-shirt a statuette di legno,quadri(alcuni anche belli,altri invece....) e cianfrusaglie per turisti.Le solite cose,ma l'aria che si respira è piacevole. Ma il posto merita sopratutto perchè qua si trova la miglior gelateria di Fortaleza. Si chiama 50 Sabores e,a dispetto del nome,si trovano decine di gusti. Da uscirne pazzi.

Dopo una settimana di assoluto relax,servito e riverito (non son riuscito a pagare una cena che sia una),parto. Prossima tappa Jericocuara,300 chilometri a ovest,forse qualcosa in piu. Levataccia alle sei della mattina-eh,non ci sono più abituato- e si parte. Viaggio tranquillo,bus pieno di turisti,una buona metà dei quali olandesi. A mezzogiorno,pausa pranzo,da qualche parte nel Cearà,in un tipico,veramente tipico,locale Brasiliano.
Che tristezza. 

Comunque no,Harry Potter non c'era.Siamo in Luglio,e Hogwarts è chiusa.

Per arrivare a Jericocuara bisogna cambiare mezzo. L'ultimo tratto di strada è tutto sterrato,e saliamo su un bus 4x4,bello ma deleterio per il sedere. Saliamo tutti eccitati,figo,bella storia,ma dopo un'ora non rideva più nessuno. Ma il tratto di strada che fiancheggia la spiaggia,me lo ricorderò per un pezzo. Splendido. Comunque il posto merita il viaggio.Bello e divertente. 
Ma questo ve lo racconto un'altra volta,

mercoledì 24 luglio 2013

Un maestro all'opera

Non so se si è capito dai miei post precedenti,ma a me la Caipirinha piace un bel po'!
Le migliori,finora,quelle di Copacabana,seguite a ruota da Morro de Sao Paulo. Ma anche le altre non facevano schifo eh. Ma quelle di mio zio sono famose anche in Italia,almeno nel giro del parentado,e hanno fama di essere letali. Quindi mi son fatto dare una piccola lezione,se vogliamo chiamarla così,e ieri sera mi son fatto fare una piccola dimostrazione. Al diavolo la cucina brasiliana,meglio gli aperitivi!

 
Una ricetta"normale" ė composta da:
-1/2 lime (non limone mi raccomando)
-2-3 cucchiaini di zucchero di canna
-50ml circa di cachaça 
- ghiaccio tritato quanto basta

Ora,come in cucina il bello delle ricette è che si possono personalizzare,e qui mio zio ha dato il meglio di sè.
-1 lime
- zucchero di canna,più c'è ne meglio è
-ghiaccio tritato,meno è meglio è
cachaça finché il bicchiere non è praticamente pieno
- un divano a portata di chiappa,non si sa mai

In Italia la cachaca non si trova facilmente,quindi si può usare tranquillamente la vodka,e se ci buttate dentro anche qualche foglia di menta,ancora meglio. Salute!

P.S bere con moderazione. Lasciate l'auto a casa.Anzi,andate a piedi meglio ancora.

lunedì 22 luglio 2013

Natal


Un giorno e mezzo a Recife mi è più che bastato. Tempo pessimo poi,giusto per completare la tristezza generale che stava intorno a me. Lascio la Pousada intorno a mezzogiorno,questa volta si viaggia in pieno giorno. La stazione dei pullman si trova decisamente fuori città,una costruzione allucinante in mezzo al niente assoluto. 

Questo per darvi un'idea,metteteci poi nuvoloni e pioggia a secchi e vi fate un'idea del mio umore quel giorno. Alla biglietteria scopro che per andare a Pipa devo raggiungere Natal,e poi prendere un'altro bus verso sud. Ero un po' indeciso però,sarei arrivato in città intorno alle sette di sera,e sapevo benissimo che una volta li non avrei avuto voglia di andare ancora in giro. Sono salito sul bus,comunque,che ancora non avevo deciso,intanto contava solo partire. Il viaggio è stato tranquillo e,una volta tanto,arrivo puntuale.

Esco dalla stazione,e diluvia. Nel frattempo mi ero deciso,e scelgo di restare. Questa volta però,niente Pousada,ma scelgo un ostello segnalato nella guida. Non potevo avere un'idea migliore. Il posto è ottimo,molto informale e si conosce gente in un batter d'occhio. 
Doccetta,ed esco per cena. Chiedo alla receptionist dove posso andare,e mi mandano da Joaquim,un ristorantino gestito da marito e moglie portoghesi. A quanto pare li  mandavano tutti li,infatti tempo dieci minuti e mi unisco ad altri quattro che dormono nello stesso posto. Uno era italiano,Andrea,simpatico davvero. Mi racconta che è ben un anno e mezzo che è via dall'Italia,e che sta per finire i suoi 5 mesi in Brasile dopo essere stato per ben un anno in Australia.Partiva proprio il giorno dopo,infatti.E io che ero così fiero dei miei miseri tre mesi! Mentre ci raccontiamo un po' del nostro viaggio,mi scappa da dire che rimpiango un pochino di non essere riuscito a farlo prima. Insomma,42 anni son una bella cifretta dai. 
Al che lui mi dice che perfino i suoi 27,a volte,gli son sembrati un po troppi. Roba da prenderlo per il collo (Andrea non te la prendere,so che mi stai leggendo,ma è l'unico modo per sfogare la mia invidia!).

Il giorno dopo lo passo tra spiaggia e centro commerciale. Andrea cercava gli ultimi pensieri da portare in Italia e ce la siamo passata così fino al momento della sua partenza. Era preso malissimo,povero,ma dopo un anno e mezzo mica ti vorrai lamentare,no? E poi qua lascia bei ricordi,da quanto mi ha detto,quindi se l'Italia comincia a stargli stretta può tornare quando vuole. Ma le ferie in Brasile continuano,almeno per me,e la sera me la passo tra aperitivi,cena e serata. Bello divertente.

Finalmente il sabato sera son riuscito a vedere uno spettacolo di forró,nella piazzetta proprio fuori dall'ostello. Mi ricordava,vagamente,un po' le feste romagnole,liscio e tutto il resto. Va bene la musica ė completamente diversa,ma lo spirito è più o meno lo stesso. Non c'era Raoul Casadei,e per fortuna. C'era invece una coppia di pazzi scatenati,vestiti con abiti militari dell'800 o giù di li,con sciabola e moschetto. Ballavano benissimo (per il mio standard,che è più che pessimo) ma,sopratutto,erano degli intrattenitori nati. A un certo punto hanno preso una coppia a caso per farli ballare insieme a loro,e ancora adesso ringrazio dio di non essere stato preso dal mucchio. La ragazza se la cavava anche,ma lui era un disastro,e lo hanno letteralmente fatto a pezzi. Ballava come me,insomma.Esasperati,lo hanno mandato via dalla pista da ballo,minacciandolo col moschetto alla tempia. Uno spettacolo. 
Erano tutti con le lacrime agli occhi. Complimenti davvero.

Natal alla fine mi è piaciuta,più per il movimento che per la città in se stessa,che non offre nulla di particolare. Cose da fare c'è ne sono,da una corsa  in buggy tra le dune fuori città,al surf e al kitesurf.
Sono riuscito anche a trovare un tizio che organizzava immersioni. Immersioni vere,non solo quello stramaledetto snorkelin che alla lunga mi stufa pure. Quando mi ha detto,però,che il luogo dove ci si immerge era qualche chilometro più a nord,e che per arrivarci mi sarebbero venuti a prendere intorno alle cinque e mezza/sei di mattina,non so perché,ma mi ė passata la voglia. Ma non demordo,prima o poi una immersione fatta come si deve la faccio. Almeno una,cazz....

Mezzogiorno di domenica. Dopo due giorni e mezzo lascio Natal per Fortaleza. Essere li quel giorno è l'unico impegno che mi son preso,quindi non posso mancare o,meno di tutto,tirar bidone. Però un po' mi è dispiaciuto. 
Passerà....




mercoledì 17 luglio 2013

14 ore non-stop

Alla fine il viaggio in catamarano da Morro a Salvador,di cui andavo tanto fiero,è stato una delusione.Il mare,una volta usciti dalle acque calme dell'arcipelago,era troppo mosso e quindi poco sicuro. Fatto sta che ci hanno fatto andare al porto dove partono i normali traghetti,e una volta li ci hanno caricato su due pullman fino a Itaparíca,o almeno li vicino. Circa tre ore di viaggio,con una ragazzina vicino che non ha smesso un secondo di giocare con la sua Psp portatile. 
Una volta al porto,siamo risaliti sul catamarano per l'ultimo,breve,pezzo fino al porto di Salvador.Devo dire che arrivarci via mare è stato uno spettacolo. Vedere la città che si avvicina,enorme,passando tra i numerosi cargo fuori dal porto mi ha quasi fatto venir voglia di fermarmici ci un paio di giorni. Riesco a trattenermi,e mi faccio portare alla stazione dei pullman. Passando per le vie,mi convinco che quello che mi dicevano di Salvador era vero,deve essere proprio una città da visitare. Un misto di vecchio e nuovo,mescolato alla bene e meglio. Il tassista mi dice che i palazzi più antichi sono di architettura italiana,o almeno la hanno presa come modello. Io non ci capisco nulla,sia chiaro,ma a me non pareva proprio... 
Poco prima della stazione,passiamo davanti a un palazzo degno di un albergo 5 stelle extra lusso.Leggendo la scritta sopra le colonne che stavano all'entrata,capisco che è la sede di non so quale chiesa evangelica.Avete presente i tele evangelisti negli Stati Uniti? Ecco,quei cialtroni ci sono anche qua,e mica pochi.Una volta ho visto uno che,tenendo una mano sulla testa di una vecchietta,diceva qualcosa tipo"maligno esci da questo corpo".Lanciare il telecomando fuori dalla finestra sarebbe stato un attimo,per fortuna mi son tenuto.

La  stazione di Salvador la trovo migliore di quella di Rio,più nuova e luminosa. Appena fuori,si trovano bancarelle per tutti i gusti,musica,un bel movimento insomma. Seduto a fumare una sigaretta,vedo un signore che viene verso di me,appoggia una sacca sul mio zaino,e se ne va.Perplesso,prendo la borsa e l'appoggio di fianco.Dopo un minuto arriva un ragazzo,zaino in spalla e capelli rasta,che la prende e se ne va.Era la sua tenda.Giuro che sta cosa non l'ho capita,e nemmeno ci provo. Passo il tempo chiacchierando con una ragazza accompagnata da figlio piccolo,almeno fino a quando non si sono accorti di essersi seduti vicino a un piccolo formicaio.Sono schizzati su come molle,e anche io,non si sa mai. Il bambino,poi,aspirava di nascosto il fumo della mia sigaretta.Avra avuto si è no 10 anni,robe da matti. Gironzolo qua e la,mangio un hamburger al Mc (ebbene si) e alle 7e15 finalmente parto.Destinazione Recife,nel Pernambuco.Orario previsto di arrivo,le 7e30 del mattino dopo.

Siamo arrivati alle dieci e mezza,quindi fate voi i conti.Il lato positivo però,e che per la prima volta mi so fatto un'idea del paesaggio brasiliano,avendo sempre viaggiato di notte. Quelle tre ore di luce alla fine mi hanno comodo.In questa zona del Brasile,a quanto pare,ci sono un sacco di colline,verdi,splendide.
Villaggi minuscoli,poverissimi,e città più grandi,dove,a vederlo dal bus,il caos la fa da padrone.Un casino infernale. Ma tutto ha il suo fascino;specialmente se visto da sdraiato in un pullman con l'aria condizionata.
Usciti dal pullman,sono venuti a farci visita i signori della polizia militare,vestiti di tutto punto.Talmente gentili che hanno portato con loro anche la mascotte,un cane.Antidroga. Mettiamo i nostri bagagli di fronte a noi e aspettiamo,mentre il cucciolo fa il suo dovere.Mi guardo attorno,e son tutti tranquilli,anche se stanchi e un po' scocciati.Alla fine,a quanto pare,siamo tutti bravi ragazzi,e ci lasciano andare augurandoci buona giornata.Prendo un taxi per Boa Viagém,un sobborgo di Recife,quello più turistico.70Real mi è costato lo scherzo,e sicuramente mi son fatto fregare,ma pazienza.Mi guardo la città dal finestrino,e quello che vedo non mi piace,nemmeno un po'.La città e sporca,tanto sporca,e si passa da grattacieli e palazzoni,a baracche fatiscenti.A Boa Viagém non è molto meglio,solo un po' più pulita,almeno quello. Passo il pomeriggio passeggiando per il lungomare,la classica caipirinha,e la sera a cena.Sono stanco,quindi non mi son sbattuto troppo,e la scelta era tra un ristorante molto bello per fighetti,o uno proprio li vicino,più alla buona. Quello da vip era praticamente vuoto,l'altro bello movimentato,quindi la scelta è ovvia. Caipirinha  dai fighetti,e cena dall'altro.Par condicio.

Oggi mi son alzato,e piove che dio la manda.Domani levo le tende.Probabilmente vado a Praia da Pipa,nel Rio Grande do Norte. 
Poi chissà....

domenica 14 luglio 2013

L'isola che non c'è


Invece c'è,esiste e io ci sono proprio sopra!
Morro de Sao Paolo,a un'ora di traghetto dalla costa e poco a sud di Salvador de Bahia.Per arrivarci  e soggiornare,bisogna pagare una piccola tassa,10 Real,un niente. Non ci sono mezzi a motore in tutta l'isola,tranne delle moto della polizia e un vecchio trattore che usano sulla spiaggia,per sistemarla credo.Una pacchia.Al molo ci sono dei facchini che portano i bagagli alle varie pousadas,usando delle carriole da cantiere.Pulite,spero.Non li invidio,Morro si trova in cima a una collina che da sull'oceano,e le strade sono piuttosto ripide in alcuni punti.
Dalla piazza partono due stradine,una verso l'interno e l'altra che porta alle spiagge,denominate prima spiaggia,seconda spiaggia e via così fino alla quarta. Viva la fantasia. Belle però,sopratutto la seconda,piena di vita specialmente la sera,con una sfilza di locali e musica dal vivo praticamente ovunque.La prima è un buco,la terza carina e la quarta molto bella,peccato per il vento,che non ti molla mai,e per una piattaforma petrolifera che fa bella mostra di sé al largo. Infatti ci son stato una volta sola,poi non mi hanno più visto...
La zona che dá all'interno è forse quella meno turistica.Cosi a occhio penso sia quella dove vive la maggior parte della popolazione del luogo,e a parte qualche bar qua e la non c'è poi molto.Il suo bello sta nel l'essere piena di vegetazione,con alberi e palme che danno un'atmosfera proprio bella.

Morro da il meglio di sé intorno al tramonto,quindi dalle quattro e mezza in poi in sto periodo. Ritrovarsi     a bere una caipirinha nei locali che danno sul molo è un must,mentre nella piazza cominciano ad arrivare le bancarelle che fanno dei drink di frutta spettacolari. Frutta che nemmeno io conosco,in alcuni casi. Altri invece danno da mangiare delle robe fritte,che mi son limitato a guardare. Il più organizzato era senza dubbio un signore,sulla cinquantina,bello grosso anche,che mentre faceva lavorare la moglie "ai fornelli",lui con praticamente mezza famiglia (c'erano nipoti e figli), passava la serata a suonare la chitarra accompagnato dal parentado. Faceva affari d'oro,mica stupido,ed era parecchio simpatico. Dopo un paio di sere che vado a vederlo,scopro che parla italiano,e che suo padre è di Padova.....

Fondamentalmente Morro è un posto per famiglie e coppiette in amore;locali a lume di candela,posticini appartati e tranquillità. Bello si,ma io cercavo qualcos'altro.Per fortuna,l'ho trovato.
Stavo aspettando il mio turno all'unico bancomat del paese (dovrò fare un post sui bancomat inBrasile,siano stramaledetti),quando un tizio mi chiede se funziona. Cerco,nel mio portoghese patetico,di dirgli  che son tre giorni che non va.Capisce subito che sono italiano e si presenta come Enrico.Romanaccio fino al midollo,ex avvocato,magro da far paura,mi dice che qua è una cosa normale,capita spesso che il bancomat sia fuori servizio e di portar pazienza.(Al momento incui scrivo,3 giorni dopo,ancora non andava...) Alla fine mi dice che gestisce un locale,fuori mano e,parole sue,alternativo."Più una comunità,me capisci?" Capisco e,ovviamente,ci vado. Bellissimo.Arrivo la sera,e la prima cosa che sento,facendo una stradina che passava praticamente per la vegetazione,è Guccini.Bene. Entro e sei sette persone stanno facendo l'aperitivo. L'unico muro del locale è coperto da un disegno di Bob Marley,fatto benissimo,mentre un tizio suona musica reggae accompagnato da una tipina  niente male (concedetemelo). Mi offrono uno spuntino e da bere,con una naturalezza splendida,e mi fanno sentire a mio agio fin da subito. Faccio conoscenza con un argentino e la sua ragazza,e mi chiedono le solite cose,quanto ti fermi dove vai ecc ecc...Scopro che anche loro sono in viaggio per il Brasile,un po' come me insomma.Solo che loro sono in viaggio da più di un anno,in autostop,e che si fermano li ancora per un mese,forse più,e poi vanno "da qualche parte nel centro delBrasile,basta mare". Le merde. Comunque l'italiano sè trovato davvero un bel posticino.Amache appese in giro,un sacco di libri,una vista del tramonto migliore dei locali del centro,con il mare a due metri dalla terrazza. Mi dicono che durante il giorno fanno delle attività di gruppo e,se mi interessa,alla mattina fanno yoga.Alle dieci.Gentilmente,rifiuto. 

Non si vive di sole e caipirinha,ovviamente,e mi metto alla ricerca di un ristorante fatto bene. Devo dire che finora la cucina brasiliana non mi ha proprio entusiasmato e,a parte una moqueca di gamberetti a Itaúnas,il resto era nella media.Ci tengo a precisare che io,quando pago,sono un rompiballe. Alla fine trovo uno,Il Sitio,gestito da un'argentino che si chiama Alessandro Leali...neanche dire da dove arriva la sua famiglia.Brescia. Le mura del locale sono ricoperte da scritte dei turisti,una cosa comune qua,anche per le strade,e stasera ce ne metto una anche io...in tedesco magari. Così,per confondere le acque. Qua mi son conceduto per la prima volta un piatto di linguine ai frutti di mare e,sorpresa,erano buone e anche al dente.Nonl'avrei mai detto. Inutile dire che oramai son di casa...

Comunque dopo Arrajal d'Ajudal,Morro è stato un successone.Bellissimo posto,gente simpatica e mare da favola (non ho trovato ancora un diving center ma pazienza) Unica pecca,ho girato per una settimana senza un soldo in contanti,solo carta di credito.Niente di che,ma usare la carta anche solo per comprare le cicche mi sta sulle balle. Meno male che prima di finire i contanti son riuscito a spazzolarmi una aragosta sulla spiaggia che mi ha fatto commuovere....

Comunque domani alle 11 e mezza si parte,destinazione Salvador (in catamarano da sborone) e da li a nord fino a Recife.12 ore di bus,toccando ferro....



giovedì 11 luglio 2013

Arrajal d'Ajudal

Arrivato,finalmente,aPorto Seguro,mi mancava solo da decidere con che mezzo andare ad Arrajal. Ero tentato dal taxi,ma una volta saputo quanto volevano per la corsa,mi son detto che in fondo anche il bus non è un brutto mezzo per viaggiare. Era ancora presto però,così mi son seduto al bar della stazione e mi so fatto due caffè,buonissimi. E poi mi ci volevano tutti.
Mentre aspettavo,vedo avvicinarsi un ragazzo. Spiace dirlo,ma è molto probabilmente l'uomo più brutto che io abbia mai visto. Camminava a quattro zampe,con la schiena inarcata e il sedere alto. Appoggiato sulla schiena,teneva un materassino,di quelli che si usano abitualmente per fare ginnastica. Andava in giro per la stazione a chiedere soldi,e aveva una voce strana,come se parlasse attraverso una trombetta. Era vestito solo di un paio di pantaloncini che gli arrivavano al ginocchio,scalzo,e la reazione che suscitava tra i presenti era sopratutto di repulsione. E,me ne vergogno,anche in me.
Alla fine mi alzo e vado a prendere sto benedetto autobus. Chiedo in giro qual'è quello per Arrajal e,sarà la stanchezza o cosa,non ci capivo assolutamente nulla. Sapevo solo che dovevo scendere al molo,prendere il traghetto,e da li un'altra bus per Arrajal. Sto viaggio non finiva mai,ero esausto.
Alla fine si avvicina il ragazzo della stazione,col suo bel materassino in groppa,mi fa cenno di salire sul bus che stava arrivando proprio in quel momento e dice al bigliettaio che è a bordo dove devo scendere. Poche fermate dopo lui scende,dice al tipo di ricordarsi di avvisarmi quando devo scendere io e mi saluta anche. Mi son sentito una merda,inutile dirlo.
Comunque arrivo al molo,mi unisco ai molti pendolari che vanno ad Arrajal per lavoro e mi faccio i cinque minuti cinque di traversata. Non fanno prima a costruire un ponte?
Dieci minuti di bus e scendo nella piazza del paese,e a momenti bacio la terra come il papa. Prendo dalla tasca l'indirizzo e chiedo informazioni.La Pousada Bahiamar in via Parracho. Più semplice di così!
Purtroppo c'è anche la spiaggia che si chiama Parracho e,inutile dirlo,mi mandano li...
Incazzato nero faccio quello che avrei dovuto fare fin da subito. Chiamo un taxi e mi faccio portare alla Pousada,a due minuti a piedi da dove mi aveva lasciato il bus.Una doccia e me ne vado a dormire. Mi son svegliato che era sera...

Arrajal d'Ajudal è la classica trappola per turisti.Situata in cima a un promontorio che si affaccia sul mare,le sue strade pulite e curate ricordano San Francisco ( non ci sono mai stato ma fa lo stesso).
La strada principale è la classica zona per turisti come si vedono anche da noi;locali uno dietro l'altro,negozi che vendono le solite porcherie per turisti,gelaterie,pub,insomma non  manca nulla. Questa strada viene anche chiamata la rua dell'alcol,per ovvi motivi.
Girando noto che ci sono molti ristoranti italiani e,come vengo a sapere più tardi,sono stati proprio gli emigrati italiani in Bahia a dare il via al turismo nella zona.Mica scemi,il posto è splendido. 
Opto  per un ristorante brasiliano,ovviamente,dove mangio discretamente bene. Quattro passi e mi fermo in un locale dove suonavano dal vivo. Non c'era molta gente,ne li né in giro. Faceva freddo e c'era un vento che ti portava via. Ma i tre tizi suonavano bene,e alla fine mi son fatto anche ben volere; ero l'unico che gli applaudiva...

La spiaggia era tutto l'opposto di quella di Itaúnas.Piccola e affollata. Prendo una sdraio che i locali danno a disposizione e mi trovo un buco libero. Sono circondato da famiglie con bambini e venditori ambulanti. Faccio conoscenza con la cameriera,e vengo a sapere che il titolare è italiano,alè! 
Passo la giornata come un turista qualsiasi,leggendo un libro osceno di Dan Brown (l'unico libro in italiano che son riuscito a trovare qua) e mangiando gamberetti (beh questi erano buoni).
Ora di sera mi avvio verso la mia camera,pensando che,anche se le spiagge della Bahia sono famose,finora Espirito Santo conduce uno a zero.Mi riprometto di andare in cerca di una spiaggia più fuori mano, il giorno dopo.Non lo sapevo ancora,ma sarebbe stata la mia unica giornata in spiaggia ad Arrajal.

Tempo schifoso,ha praticamente sempre piovuto per i restanti tre giorni,o quattro non ricordo. Li ho passati leggendo tutto quello che mi capitava a tiro,e chiacchierando con i ragazzi che gestivano la Pousada. A loro si aggiungeva,a volte,un ragazzo americano che vive in Brasile,e che avrebbe fatto felici  le lettrici di questo blog (sempre se c'è ne sono,a parte mie sorelle).
Ne avevo abbastanza,era ora di pensare alla prossima tappa,e avendo sentito parlare di Morro de Sao Paulo,chiedo a loro che ne pensano. Me ne parlano bene,e così mi decido.Il giorno dopo prendo le mie cose e mi preparo mentalmente a un altro viaggio di circa 7 ore.

A farla breve,non è che sia andata benissimo.Vuoi il tempo,vuoi che un giorno son stato anche poco bene,alla fine ero contento di andarmene.Decisamente,non è il luogo adatto per uno che gira da solo zaino in spalla. Se metto su famiglia magari ci torno...



giovedì 4 luglio 2013

Imprevisti del turista fai da te

In teoria,per arrivare a Arrajal d'Ajuda,in Bahia,da Itaúnas,ci dovevo mettere cira 12 ore,tra viaggio vero e proprio e attese per i vari cambi di pullman.Forse qualcosa in più,via. Quindi,secondo i miei calcoli,sarei dovuto arrivare intorno alle 7/8 del mattino di martedì. Ma,si sa,io a fare calcoli non sono mai stato sto gran genio,se ci si mette anche la sfiga poi,addio.

Prima tappa,Conceicao da Barra. È da li che devo prendere l'onibus per Sao Mateus,dove si trova la stazione degli autobus a lunga percorrenza. Conceicao è un postaccio  infame. Mi ricorda quei paesini che si trovano anche da noi,case basse,pochi alberi e un sole che picchia sull'asfalto come un fabbro sull'incudine. Insomma,un caldo a bestia.E il bello è che ci devo passare circa 5 ore,zaino e tutto. Un po' le passo mangiando qualcosa e sopratutto leggendo il mio fido Asimov,Dio lo benedica.L'autobus doveva partire alle sei di sera circa,mi metto comodo e aspetto.E qui cominciano i guai.Arriva il tizio che gestisce il bar della stazione,e mi dice che tutte le strade sono bloccate.Sia per Sao Mateus che per la Bahia.Morale,"oggi non si parte"! Accuso bene il colpo,davvero,e mi dico "vabbé,parto domani.Mi trovo una camera per la notte e tanti saluti". E così faccio. Ovviamente mi devo accontentare,so che non mi trovo in un posto particolarmente turistico,quindi non mi faccio molte illusioni sull'hotel.E faccio bene.Tenendo conto che qua non siamo nemmeno in stagione,comunque,mi accontento.E poi è solo per una notte,ce la posso fare. L'unica cosa che ho fatto fatica a sopportare è stato il letto.Mai dormito su un materasso così duro e,giuro,il giorno dopo avevo male al sedere! Oltre ad aver dormito da schifo,ovvio. Pace,faccio una doccia,colazione e piano piano ritorno alla stazione.Stavolta l'autobus parte alle tre.Altro giro,altra corsa.

Arrivo  a Sao Mateus,,una cittadina di centomila abitanti,come Bolzano.Un bel po' più incasinata comunque.Tempo di attesa per la coincidenza,tre ore circa,poco dai.Non succede nulla di particolare,gente che va e che viene,bus che passano,le solite cose,la solita noia.Arriva il pullman,un po' in ritardo,ma niente di eccezionale.Faccio conoscenza con un gruppetto di persone,tra cui una grassona(concedetemi il termine) simpatica da matti.Saliamo e si parte.
Che differenza dal viaggio precedente!Sarà per l'ora-le sei invece che mezzanotte-ma il pullman è pieno,tutti son svegli e spigliati.C'è una bella caciara.
Siamo in viaggio da almeno due ore (già in Bahia quindi)che ci fermiamo."ah che bello,pausa cicca e caffè"penso io.Invece no.Sapete tutti dei casini che ci sono in Brasile al momento.A quanto pare non si limitano,come pensavo io,alle grandi città,ma anche nei posti più piccoli e sperduti.Fatto sta che la strada era bloccataRestiamo fermi almeno un'ora,e l'autista era continuamente al telefono per capire che fare.Quasi tutti se ne stanno seduti, tranne il piccolo gruppo di tossici(presente!) che scende a fumare.Non posso fare a meno di notare che nessuno,nessuno,è nervoso o arrabbiato,anzi.Molti parlano e scherzano,pochi se ne stanno mezzi addormentati sulle poltrone.Non posso fare a meno di pensare cosa sarebbe successo se,mettiamo un posto a caso,fossimo in Italia.Ammetto che mi son messo a ridere al pensiero. Alla fine l'autista decide il da farsi.Si torna indietro,e da Sao Mateus si fa un'altra strada. Qui qualcuno si è scocciato,e posso anche capirlo.Mica son tutti in ferie qua.
La rete autostradale,per quel che ho potuto vedere finora,è pessima.Scordatevi le autostrade,mai vista una.Tutto a due corsie,relativamente dritte e tenute maluccio.Questo sulle strade più importanti.Vi lascio immaginare che stradina ci siamo messi a fare noi.
Siamo passati per centri abitati,paesini insignificanti;alle volte sembrava di fare un rally da quanto si ballava.Non è stato uno spasso.Ogni tanto il pilota(promosso da autista) scendeva a parlare per chiedere informazioni,non conoscendo nemmeno lui bene la strada da prendere. Ma alla fine riusciamo a rientrare sulla strada principale e le cose sono date uno meglio.Son riuscito anche a chiudere occhio per un po',anche se non posso certo dire di essere arrivato,alla fine,bello fresco.
Comunque tutto bene quel che finisce bene.Arriviamo a Porto Seguro alle 5 del mattino invece che a mezzanotte,e devo dire che ne sono stato segretamente contento,e vi spiego perché.
Se tutto fosse andato come doveva,sarei dovuto arrivare alle sette del mattino del giorno precedente,già giorno insomma,e poi prendere per Arrajal d'Ajuda. Partendo il giorno dopo,invece,sarei arrivato a mezzanotte e,lo ammetto,la cosa mi preoccupava un po'.Non avevo idea se avessi trovato qualcosa di aperto,un taxi per portarmi in un hotel,niente.Gia mi immaginavo di passare la notte in una stazione degli autobus e aspettare giorno.Insomma,non proprio il massimo.
Grazie ai manifestanti,,invece,alle 5 era già più sopportabile.Da quel che avevo letto,già avevano il mio appoggio,per quel che può valere.
Ora,mi erano anche simpatici.

Mi mancava solo l'ultima tratta,breve,da Porto Seguro a Arrajal e una volta li,trovare la Pousada che avevo prenotato.
Ma questa,è un'altra storia.




Gente de Itaúnas

"Ho avuto modo di vederlo più di una volta. Più un posto è piccolo,isolato e "fuori dal mondo",più le probabilità di incontrare gente originale,per usare un eufemismo,aumentano.
Itaúnas non fa e eccezione.

I primi della lista,quasi superfluo dirlo se uno ci pensa bene,sono tutti quelli che,per un motivo o per l'altro,sono emigrati dal loro paese d'origine per finire in un posto come questo,dimenticato da Dio.
Oltre agli immancabili italiani,qua trovate francesi,tedeschi e una bella dose di brasiliani dal passato,stando a quanto mi hanno detto,piuttosto...vissuto,ecco.

Il francese,per esempio,ha passato i primi suoi due anni a Itaúnas praticamente ubriaco,apparentemente non facendo altro che spendere quei soldi che,evidentemente,aveva messo da parte. Ora ha aperto una Pousada,che io ho trovato chiusa. Carina,anche.

Su l l'italiano ho già accennato. Alla fine sono riuscito a conoscerlo,per caso,tra l'altro.
Me ne stavo andando alla spiaggia (che noia) quando me lo son visto davanti che trafficava nel suo locale. Quattro chiacchiere,e ci diamo appuntamento la sera. C'era Italia-Spagna,e per far conoscere due italiani niente di meglio che una partita di calcio,lo sapete anche voi.
Alla fine si è rivelata una serata piacevole,alla quale si sono aggiunte la moglie con la bambina appena nata,Eleonora la regina,e la suocera,simpaticissima ( ci ha preso per il sedere tutta la sera,una volta che l'Italia ha perso ma vabbé...).
Inevitabilmente,chiedo a Valentino,si chiamava così,com'è finito in un posto come questo.
E allora comincia a raccontare. Io non vi racconterò nulla ma,giuro,che appena certe cose cadono in prescrizione aggiorno il post e ve le dico tutte. Ma devo dire che il ragazzo-ha 34 anni-si è sistemato proprio bene,tanto di cappello.
Finisce nell'unico modo possibile. Spaghetti pomodoro,basilico,e birra.

Bixio gestisce una Pousada tra le più vecchie qua a Itaúnas.(O dovrei dire là,visto che son 700 km più a nord,ora). Il signore in questione ha la bellezza di 75 anni,7 (sette!) matrimoni alle spalle,una moglie-l'ultima?- di 35,e in passato ha gestito anche un bordello.Io non l'ho conosciuto,purtroppo,ma da quanto mi dicevano,passare una serata nel suo locale doveva essere uno spasso. Alcolizzato,passa le serate a raccontare aneddoti e a gonfiarti di birra e cachaça. E non mi importa se una buona metà di quello che racconta son balle,io adoro quelle serate!

Poi c'era un tizio, non so nemmeno come si chiamava,che era un po' il disturbatore della quiete pubblica diciamo. La prima volta che l'ho visto era fuori dal supermercato,birra in mano,che invitava la gente a entrare a vedere il Brasile che giocava. E lo faceva con uno stile tutto suo.
Ogni volta che lo vedevo in giro,o urlava,o cantava O tutte e due le cose insieme anche.
Ma il massimo lo ha raggiunto una sera. Ero in un locale a cenare e me la chiacchieravo con il proprietario, a parlare del forró,una musica brasiliana. Non avendola mai sentita,chiedo che tipo di musica sia. Lui non mi sa aiutare. E proprio in quel momento passa Lui,ascolta la domanda,si mette dietro una macchina,a non più di due metri da dove stavo cenando,piscia,e comincia a cantare una canzone che,immagino,era forró. Finto di fare i suoi bisogni,gira e se ne va,cantando tutto contento.
Quando si dice avere stile.

Ma la persona più interessante era senza dubbio il gestore del Lobo de Mar,il mio ristorante preferito (non che ci fosse molta scelta).Una di quelle persone dai mille interessi,Scriveva poesie,canzoni,suonava una cosa che a orecchio suonava come violon,che da quanto ho capito è una specie di chitarra.Appassionato di cucina,ovviamente,e di Hermann Hese.Ha una sorella che vive a Reggio Emilia,e un cognato che evidentemente non gli va molto a genio,definendolo come ateo comunista,con un tono degno di un qualsiasi berluscones preso a caso. Nessuno è perfetto.
Lui è un altro che ha problemi di alcolismo. Immagino che in un posto così non sia cosa rara,basta pensare dalle nostre parti..

Ci tengo a dire che certe cose ho auto modo di saperle per sentito dire,sul francese e Bixio per esempio,non avendoli conosciuti di persona. E anche altri aneddoti su personaggi che giravano qua e là. Ovviamente bisogna prenderle con le pinze,ma sentirle raccontare è sempre divertente. Che sia vero oppure no,alla fine,non conta molto.


P.S Spero ci siano abbastanza virgole,sorella frantumasantissimi....






mercoledì 26 giugno 2013

Itáunas


Sono partito da Rio lunedì sera alle 7.Volevo starci quattro giorni,son rimasto una settimana.
Ci son stato benissimo,ma era  il momento di andare,volevo vedere quel Brasile che le guide turistiche raramente suggeriscono,fuori dal caos,dai casini.
Sono finito a Itaúnas e credetemi,qua il caos non lo trovate di sicuro.

Il viaggio in pullman è durato in tutto 10 ore,ed è stato anche confortevole tutto sommato.
L'unica pecca se vogliamo è stata l'aria condizionata che potevano tranquillamente tenere spenta.Non è che la notte faccia proprio sto caldo eh,e io con la mia magliettina da fighetto a un certo punto ho cominciato a rimpiangere calze e felpe.
Il pullman,che qua chiamano ônibus,era pieno solo per metà.Quasi tutti i passeggeri erano di una certa età,tranne uno con il figlio,una ragazza e,se permettete,il sottoscritto.Appena si parte si  le luci,tutti si mettono comodi,qualcuno cerca già di dormire e alcuni chiacchierano.Uno poco più avanti inizia praticamente subito a russare che è una meraviglia.Io mi metto le mie belle cuffie,mi svacco per bene e guardo Rio andarsene dietro di me.

Passata Sao Mateus si esce per Conceicao da Barra,e poco più che a metà strada c'è la diramazione per Itaúnas,ed è li che io scendo.Non c'è praticamente nulla.Vedo solo una casa con un locale che,per fortuna,sta aprendo.Li vicino un vecchietto sta seduto davanti ai resti di un falò con un bastone in mano.Chissà se ci ha passato la notte davanti a quel fuoco.
Comunque entro  nel locale e chiedo informazioni  sull'autobus per Itaúnas,e mi dicono che passa di li fra venti minuti.Ne approfitto per ordinare un caffè,che mi portano con dei biscotti che assomigliano ai nostri taralli,almeno come forma.Li assaggio e trovo che hanno un retrogusto che ricorda i nostri cicciopolenta.Caffè e cicciopolenta,la colazione dei campioni.
Quando faccio per pagare mi dicono che il caffè li non si paga.Saperlo prima!
In compenso sono venuto a sapere che ti fanno pagare una sigaretta 75 centesimi,e qualcuno in paese 1 Real.Ebbene si,qua le sigarette le vendono anche sciolte come da noi anni fa.
Arriva l'autobus e metto fuori la mia bella manina altrimenti qua tirano dritto (come si era raccomandato  di dirmi l'omino del caffè)e dopo 20 minuti scendo.Mi guardo intorno in cerca di una Pousada e ne trovo una carina da matti proprio davanti a me.Si chiama Pousada Zimbawe (pessimo nome secondo me) e mi danno una camera al secondo piano color verde pisello (pessimo colore secondo me!).
Mi doccio e me ne filo in spiaggia...

Per arrivare alla spiaggia è necessario farsi un chilometro a piedi,passando per le dune di sabbia che sono una caratteristica del posto.Qualcuna,ho letto ma non ancora avuto modo di vedere,arriva anche a ventri metri e passa.Se me ne trovo una davanti ci giro attorno,potete starne certi.
Tutta la costa di Itaúnas fa parte del Parque Estadual de Itaúnas,una riserva naturale che si estende per 25 chilometri,e offre rifugio a bradipi,scimmie,ocelot e sopratutto tartarughe marine,che qua,tra novembre e dicembre,depongono le loro uova sulla spiaggia.Peccato essere arrivato nel momento sbagliato ma pazienza.

Dopo essermi rosolato per benino entro in una delle numerose Barracas che stanno lungo la spiaggia,mangio un boccone,mi faccio una birretta e quando vado per pagare mi sento chiedere;
"Ma sei italiano?"
"Si"
"Ma che ci fai qua?"(avevano capito che ero italiano perché indossavo la mitica maglietta del memorial)
Volevo fargli la stessa domanda ma ho preferito lasciar perdere.Fatto sta che erano una coppia di Milano in visita al figlio che vive qua e che era appena diventato papà.Il figlio tra l'altro gestisce una Pousada dal sobrio nome di Cosa Nostra,tutto dire.Mi invitano alla sera per bere qualcosina e fare quattro chiacchiere,accetto e una volta giunta l'ora mi avvio.Trovo chiuso,non una luce,niente.Giro i tacchi,e mi vado a mangiare una moqueca di gamberetti che era la fine del mondo.

Chiudo la giornata facendo quattro passi per il paese.Le vie non hanno cartelli.Non ci sono strade asfaltate,per non parlare di marciapiedi.Le case per la maggior parte son tutte colorate,a un piano o massimo due.Zero banche.Qualche macchina parcheggiata.Un carro trainato da un cavallo passa poco lontano.Qualche gruppetto qua e la che se la chiacchiera e dei bambini giocano scalzi a calcio per la strada.C'e un profumo nell'aria che sa di buono,di verde.

Si sta proprio bene.

venerdì 21 giugno 2013

Il primo giorno a Rio non si scorda mai

Uno si aspetta di arrivare a Rio e trovare sole caldo e quant'altro.Io sono arrivato che pioveva.È durata poco per fortuna,giusto il tragitto tra l'aeroporto e l'Hotel.Trenta minuti abbondanti passati praticamente tutti in coda.Quei trenta minuti tra l'altro mi son serviti per capire qual'e la caratteristica principale degli automobilisti carioca,il clacson.Lo suonano sempre,per qualsiasi cosa e a qualsiasi ora (credetemi,la prima stanza che avevo si affacciava sulla via di nostra sonora de Copacabana,trafficatissima,e la notte mi son svegliato più di una volta).

Arrivo all'hotel finalmente,e sono cotto a puntino.L'unica cosa che ho in mente è fare una bella doccia,cambiarmi e magari fare una pennica di un paio d'ore,giusto per riprendermi un attimino.
Sono tranquillo,l'hotel lo avevo prenotato online,dalle foto sembra carino,nessun problema.Entro.
Non so nemmeno come descriverlo questo"Hotel".Un'infame topaia ci potrebbe stare.Brutto,sporco come pochi,disadorno.Mi guardo intorno smarrito,mentre Marcelo,il proprietario,mi guarda con un'espressione che sembra quasi di scusa.Ero lì lì per andarmene e mandarlo a quel paese,ma dove andare?Decido di restare,butto lo zaino nell'"armadio" (in realtà quattro assi di legno attaccate a un muro) e con un coraggio di cui sono orgoglioso vado a farmi una doccia.Per fortuna il bagno era decente,tutto funzionava e non si aveva l'impressione di essere in una cantina.
Fatto quello che dovevo fare prendo la mia bella Lonely Planet(che sia benedetta)e mi metto a caccia di qualcos'altro.Ne vedo uno carino,mi segno l'indirizzo e ci vado.Tempo un'ora e affitto una stanza a partire dal giorno dopo.Insomma,una notte nella topaia non me la leva nessuno.
Passo il resto della giornata bighellonando per la spiaggia di Copacabana,una caipirinha,mangio un bel piattone di camarao fritti(gamberetti),e mi bevo una birra ascoltando un duo che suona proprio bene.
Ma la stanchezza si fa sentire,mi avvio verso la camera e una volta li crollo.

Il giorno dopo prendo le mie cose,pago,e offro un caffè a Marcelo.Anche se come ristoratore sarebbe da denuncia,si è dimostrato simpatico e gentile.E poi io sono un signore!
Marcelo era piuttosto arrabbiato quella mattina,un turista (danese come poi ho scoperto andando a vedere)ha recensito il suo Hotel nel peggiore dei modi possibili,dicendo ne più ne meno quello che pensavo io tra l'altro.Quando mi ha chiesto come mi ero trovato non ho avuto il coraggio e ho non proprio mentito,ma evitato di dire la verità,ecco.Alla sua richiesta di fare da parte mia una recensione più favorevole ho risposto ovviamente di si,pensando tra me e me "col cavolo che te la faccio la recensione positiva.Non la faccio proprio,e mi devi ancora dire grazie".
Alla fine ci salutiamo,mi augura buon divertimento e io buona fortuna.Ne ha bisogno.

Mi avvio bello bello verso il nuovo Hotel,in una bella zona tranquilla,accogliente e la prima colazione in tavola.

mercoledì 19 giugno 2013

La Colomba va in Brasile

Mi son svegliato alle 5 del mattino,decisamente poco riposato avendo dormito poco meno di tre ore.
Non proprio la condizione ideale per uno che si appresta a fare 24 ore di viaggio.
"Hai tre mesi per riposarti,taci!"mi è stato detto quando ho fatto notare che forse,ma dico forse,avrei preferito andare a letto prima.
In silenzio,ho subito.

Sono arrivato all'aeroporto di Verona con tre ore e passa di anticipo,e subito mi son diretto al bar e li la prima sorpresa;mi trovo davanti il tizio che lavora sotto casa mia.
"Che ci fai qui?"
"Eh,mia mamma,e tu?"
"Eh,il Brasile"
"Ah"
Forse mi ha odiato un pochetto,e credo che non sia nemmeno l'unico in questi giorni.Strano,non l'ho nemmeno fatta pesare questa cosa che parto per tre mesi.Ah,l'invidia...
Dopo un po' la sorpresa numero due;esco a fumare l'ennesima cicca e mi vedo il vicesindaco di Ora.Inconfondibile(chi lo conosce,sa).Va beh,lo vedo allontanarsi e ciao.
Al momento di passare per il gate la sorpresa numero tre;uno dei miei fornitori al lavoro che se ne torna in Albania per le ferie!
"Ma stanno tutti qua,cazzo?"
 Ma l'aereo è proprio li,io ci salgo e vado,vado.....

Aeroporto di Roma,una noia pazzesca.Vago come un'anima in pena tra bar,bagno e zona fumatori,una saletta,questa,dove non servirebbe nemmeno accendersi una sigaretta.Uno entra,fa un bel respiro,e poi la voglia di fumare passa per almeno due ore.Garantite.
Una cosa bella degli aeroporti internazionali sono le persone.Se ne vedono di tutti i colori e lingue,gente che dorme in posizioni assurde su delle sedie progettate per le curve anatomiche dei robot,gente di corsa che rischia di perdere l'aereo,altri che ridono e gli immancabili bambini che non sono capaci di stare fermi.E,purtroppo,nemmeno zitti.
Ma il più bello di tutti è stato un frate,col saio e tutto,che tribolava con un Mac da paura(o almeno così ho capito).La sua concentrazione per pigiare ogni singolo tasto era ammirevole,davvero.

Dopo una lunga attesa comunque il momento di prendere il volo è arrivato.
Prossima tappa,dall'altra parte del pianeta!