Mentre aspettavo,vedo avvicinarsi un ragazzo. Spiace dirlo,ma è molto probabilmente l'uomo più brutto che io abbia mai visto. Camminava a quattro zampe,con la schiena inarcata e il sedere alto. Appoggiato sulla schiena,teneva un materassino,di quelli che si usano abitualmente per fare ginnastica. Andava in giro per la stazione a chiedere soldi,e aveva una voce strana,come se parlasse attraverso una trombetta. Era vestito solo di un paio di pantaloncini che gli arrivavano al ginocchio,scalzo,e la reazione che suscitava tra i presenti era sopratutto di repulsione. E,me ne vergogno,anche in me.
Alla fine mi alzo e vado a prendere sto benedetto autobus. Chiedo in giro qual'è quello per Arrajal e,sarà la stanchezza o cosa,non ci capivo assolutamente nulla. Sapevo solo che dovevo scendere al molo,prendere il traghetto,e da li un'altra bus per Arrajal. Sto viaggio non finiva mai,ero esausto.
Alla fine si avvicina il ragazzo della stazione,col suo bel materassino in groppa,mi fa cenno di salire sul bus che stava arrivando proprio in quel momento e dice al bigliettaio che è a bordo dove devo scendere. Poche fermate dopo lui scende,dice al tipo di ricordarsi di avvisarmi quando devo scendere io e mi saluta anche. Mi son sentito una merda,inutile dirlo.
Comunque arrivo al molo,mi unisco ai molti pendolari che vanno ad Arrajal per lavoro e mi faccio i cinque minuti cinque di traversata. Non fanno prima a costruire un ponte?
Dieci minuti di bus e scendo nella piazza del paese,e a momenti bacio la terra come il papa. Prendo dalla tasca l'indirizzo e chiedo informazioni.La Pousada Bahiamar in via Parracho. Più semplice di così!
Purtroppo c'è anche la spiaggia che si chiama Parracho e,inutile dirlo,mi mandano li...
Incazzato nero faccio quello che avrei dovuto fare fin da subito. Chiamo un taxi e mi faccio portare alla Pousada,a due minuti a piedi da dove mi aveva lasciato il bus.Una doccia e me ne vado a dormire. Mi son svegliato che era sera...
Arrajal d'Ajudal è la classica trappola per turisti.Situata in cima a un promontorio che si affaccia sul mare,le sue strade pulite e curate ricordano San Francisco ( non ci sono mai stato ma fa lo stesso).
La strada principale è la classica zona per turisti come si vedono anche da noi;locali uno dietro l'altro,negozi che vendono le solite porcherie per turisti,gelaterie,pub,insomma non manca nulla. Questa strada viene anche chiamata la rua dell'alcol,per ovvi motivi.
Girando noto che ci sono molti ristoranti italiani e,come vengo a sapere più tardi,sono stati proprio gli emigrati italiani in Bahia a dare il via al turismo nella zona.Mica scemi,il posto è splendido.
Opto per un ristorante brasiliano,ovviamente,dove mangio discretamente bene. Quattro passi e mi fermo in un locale dove suonavano dal vivo. Non c'era molta gente,ne li né in giro. Faceva freddo e c'era un vento che ti portava via. Ma i tre tizi suonavano bene,e alla fine mi son fatto anche ben volere; ero l'unico che gli applaudiva...
La spiaggia era tutto l'opposto di quella di Itaúnas.Piccola e affollata. Prendo una sdraio che i locali danno a disposizione e mi trovo un buco libero. Sono circondato da famiglie con bambini e venditori ambulanti. Faccio conoscenza con la cameriera,e vengo a sapere che il titolare è italiano,alè!
Passo la giornata come un turista qualsiasi,leggendo un libro osceno di Dan Brown (l'unico libro in italiano che son riuscito a trovare qua) e mangiando gamberetti (beh questi erano buoni).
Ora di sera mi avvio verso la mia camera,pensando che,anche se le spiagge della Bahia sono famose,finora Espirito Santo conduce uno a zero.Mi riprometto di andare in cerca di una spiaggia più fuori mano, il giorno dopo.Non lo sapevo ancora,ma sarebbe stata la mia unica giornata in spiaggia ad Arrajal.
Tempo schifoso,ha praticamente sempre piovuto per i restanti tre giorni,o quattro non ricordo. Li ho passati leggendo tutto quello che mi capitava a tiro,e chiacchierando con i ragazzi che gestivano la Pousada. A loro si aggiungeva,a volte,un ragazzo americano che vive in Brasile,e che avrebbe fatto felici le lettrici di questo blog (sempre se c'è ne sono,a parte mie sorelle).
Ne avevo abbastanza,era ora di pensare alla prossima tappa,e avendo sentito parlare di Morro de Sao Paulo,chiedo a loro che ne pensano. Me ne parlano bene,e così mi decido.Il giorno dopo prendo le mie cose e mi preparo mentalmente a un altro viaggio di circa 7 ore.
A farla breve,non è che sia andata benissimo.Vuoi il tempo,vuoi che un giorno son stato anche poco bene,alla fine ero contento di andarmene.Decisamente,non è il luogo adatto per uno che gira da solo zaino in spalla. Se metto su famiglia magari ci torno...
ma nel complesso, disavventure a parte, resterà nella memoria questo viaggio?
RispondiEliminaPS. comunque per pubblicare il commento ci vuole ancora l'account... proibitivo per tua sorella maggiore :)
PS2: cosa significa il "gadget" scritto sopra l'archivio?
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