martedì 13 agosto 2013

Da Ubajara a Parnaíba

A Ubajara ci son voluto andare per le grotte e per le cascate,che fanno tutte parte del parco che prende il nome dalla cittadina. Purtroppo,non avendo calzature adatte,il sentiero che porta alle cascate,due ore circa,non l'ho potuto fare,quindi ho ripiegato sulle grotte. O meglio,su una delle nove. 
All'entrata trovo due omini,mi fanno firmare,ed entro. Passo il piccolo bar,e poco più avanti trovo un piccolo spazio espositivo dove,tra l'altro,si trovano pannelli che illustrano la flora e la fauna del parco. Nel reparto animali,trovo la foto di una tarantola niente male. Non del tutto convinto,mi avvio.
Prendo il biglietto per la funivia,che è una delle attrattive del posto. Dall'alto fa paura,davvero. Chiedo quanto dura il tragitto,e da quel che capisco mi dicono 13 minuti. Per fortuna capisco male,son solo tre. Tredici minuti quassù,per me,sarebbero stati decisamente troppi.
Come se non bastasse,tira un vento che porta via,e trovarsi nel mezzo,a quell'altezza,è un po' come essere in barca. Si balla che è una meraviglia. Tocco terra (è il caso di dirlo),e Alex,la mia guida,mi porta all'entrata della prima grotta che si trova sul sentiero. Roba di due minuti. 
Questa grotta,mi spiega,è divisa in nove sale aperte al pubblico,più altre,che vanno molto più in profondità e molto più lontane,usate dagli speleologi per studio. La prima che si trova,proprio all'entrata,è stata per anni usata come una piccola canonica,con altare e tutto,anche se ora rimane solo una piccola statua della Madonna. Non mi stupisco nemmeno tanto. 
Comunque ogni sala ha la sua peculiarità,alcune interessanti,altre decisamente meno. 
Me ne sono rimaste impresse due in particolare. La prima,è una dove. Si trova una formazione di stalattiti che ricorda,più o meno,una donna che allatta. A voi la sentenza....

La seconda,invece,mi è rimasta impressa,non per una qualche forma bizzarra o una storia particolare,ma perché era sede di una colonia(si dice così?) di pipistrelli. Avevo anche fatto un video,nella speranza che si sentisse il casino che facevano,purtroppo il generatore della luce era proprio li vicino,e non si sentiva,ne vedeva,nulla. 
Comunque davvero molto interessante. E,meglio ancora,niente tarantole. Anche se un lontano parente l'ho incontrato.
Mi hanno assicurato che non era velenoso,ma sia mai,alla larga....

Come dicevo,molto interessante ma,non me ne vogliano i brasiliani all'ascolto,le nostre grotte di Frasassi sono un'altra cosa.

Dopo qualche giorno,pochi,tre in tutto se non ricordo male,parto per Parnaíba. Questa volta canno completamente orario,luogo e bus. Mi vedo costretto a prendere un minivan per una cittadina che nemmeno ricordo come si chiama,aspettare un'eternità,e finalmente prendere l'onibus. Arrivo che è quasi sera,per un viaggio che richiede poche ore. Stavolta niente pousada,e al diavolo gli ostelli.
Hotel da cagone,e via. La mia bella lonely planet dice che in bassa stagione fanno ottimi sconti,e ne approfitto. Rimango comunque stupito. Il 50% di sconto non me lo aspettavo proprio. L'hotel è moderno,fatto bene. Decisamente una bella differenza da Alemão,che tra insetti,ranette,zanzare e cose che non conoscevo,ogni notte era una piccola battaglia.Fantastico.
Giro in centro la sera,prenotazione per il tour sul delta per la domenica,e me la giro un poco. Qua son stato benissimo,mi son trovato bene fin da subito. Pieno di botteghe artigianali,che qua è  il loro forte. Non c'è molto altro,a parte i soliti locali,ma a me basta. 

Otto e un quarto di domenica mattina,puntuale come uno svizzero al lavoro. Aspetto il passaggio per il delta che,mi hanno assicurato,mi viene a prende direttamente all'hotel. Aspetto quasi due ore. È la prima volta,da quando sono in Brasile,che sono veramente incazzato nero. Ero lì lì per pagare il conto e andare alla prossima tappa. Tengo duro,e chiedo alla recepito di contattare l'agenzia che mi ha venduto il biglietto. Finalmente arriva un taxi. Toyota grigia nuova di pacca. Me la ricordo ancora,il tipo guidava come un pazzo. Una volta al molo,salgo su una lancia,che mi porta alla barca,che intanto era già partita. Ho fatto un'entrata,come dice Filipe,da divo di Hollywood!  

Io,in teoria,volevo fare l'escursione sul delta con una canoa,a remi. E questo perché,con una barca a motore,gli animali che popolano la zona ovviamente scappano. Troppo rumore. Ma ero l'unico ad aver fatto la richiesta per quella particolare escursione,e quindi nada,ciccia! Poco male,mi son divertito un bel po! 

Su tutte,due persone ricordo. Uno era un tizio,più largo che alto,che era il classico festaiolo. Mi ricordava il Bonde,fate voi. Il secondo era uno dei fotografi,un ragazzo che studia medicina e il russo a tempo perso. Una gran bella persona,davvero.

Lunedì mattina,rodoviaria di Parnaíba. Decisamente,non sono bello fresco. Sono pronto,meglio che posso,alla penultima tappa brasiliana. Parque nacional dos lençóis maranhenses. Arrivarci è un'odissea,già lo so. Mi aspettano tre cambi.  Quello che non sapevo,era che mi aspettava un viaggio con quella che è,probabilmente,la compagnia di bus più scalcinata del Sudamerica. E pensare che l'inizio non era stato affatto male. Biglietto,salgo,bus vuoto. Ottimo. Alla fermata dopo,il caos. Il mondo. Gente in piedi,aria condizionata che non andava e,ciliegina,il posto dove stavo io venduto due volte. Per fortuna la tipa era col marito,quindi il tragitto in piedi se l'è cuccato lui. E parlo di quasi due ore e mezza,mica poco. L'ultima oretta,giusto per gradire,il bus si era guastato,e a occhio si andava a non più di 80 all'ora,a star larghi. Quelli che son scesi a Tutóia,non erano dei passeggeri. Erano degli immigrati. Ma va bene,prima tappa,andata. Ora devo cercare un mezzo per la seconda,Paulino Neves.
Gi unici mezzi che fanno la tratta,sono dei pick-up adibiti al trasporto di circa dieci persone. Gli stessi di Jericoacoara. Nella bolgia della stazione,un casino pazzesco,ne trovo uno,che parte alle tre del pomeriggio. Ne approfitto per mangiare un boccone, e poi via. Arrivo che è sera,tardi,e devo aspettare il giorno dopo per arrivare alla terra promessa. Mi metto d'accordo con uno per la mattina del giorno dopo. "As quatro da manhã". Faccio mente locale col mio pessimo portoghese.  Le quattro del mattino. "Alle quattro del mattino? A noite?" Di notte? Si,mi risponde,alle quattro del mattino. Sarà,ma per come la vedo io,alle quattro del mattino è ancora notte fonda,ma pazienza.  Unica consolazione,mi son mangiato,in un posticino carino carino,cuore di bue fritto. Una perla.

Quattro del martino,fresco come una rosa (eccerto),salgo sul quel maledetto arnese. Due ore tra le dune di sabbia,un sonno della madonna e senza nemmeno aver bevuto un caffè.
Tengo botta fino a pranzo,me la giro un poco. Domani saprò se ne è valsa la pena.

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