mercoledì 31 luglio 2013

Fortaleza

Di Fortaleza me ne avevano parlato malissimo.Pericolosa,incasinata,cose così. Tutto vero,per carità,ma essere ospitato  in una casetta,a trecento metri dalla spiaggia,con il caffè pronto la mattina e la miglior caipirinha  nel raggio di chilometri,aiuta a non notare certe pecche. 

Sono arrivato verso le otto di sera,e trovo i miei zii,che sono venuti a prendermi,belli in forma. Vabbè,lo zio Ermanno dovrebbe mettersi forse un po a dieta,ma a parte quello sta benone. Scusami zio,ma dovevo dirlo. Dopo cena (bella abbondante eh,e non solo da parte mia) finalmente mi portano alla loro casa di cui tanto ho sentito parlare. E devo dire che è meglio di come me l'ero immaginata. Una villetta a due piani con giardino e orto annesso. L'orto,a dire il vero,è la parte meno riuscita,ma far crescere qualcosa sulla sabbia,sarebbe dura per chiunque. Eppure,qualcosa cresce. Forse il fatto di essere preti aiuta,vallo a sapere. Passiamo la serata a chiacchierare del più e del meno,almeno all'inizio,poi si finisce a parlare di politica,come sempre quando degli Allegri si ritrovano. Capisco un po meglio i problemi del Brasile e Fortaleza,e vi risparmio i commenti su certi politici e movimenti religiosi,non proprio edificanti. 
Sopratutto questi ultimi mi hanno sorpreso. Gli evangelici sono una vera e propria potenza,ricchi e con un seguito decisamente maggiore rispetto alla chiesa tradizionale. Sono anche dei cialtroni,nella migliore delle ipotesi,e dei truffatori nella peggiore. Idea del tutto personale,sia chiaro. Ma a quanto pare,in un paese come il Brasile,che vive la religione in una maniera molto emotiva,vanno a nozze. Capita spesso infatti,di vedere sui bus,sulle auto,perfino pubblicità,scritte del tipo deu te ama o cose simili. Addirittura un giorno,passando davanti a una farmacia,mio zio mi ha fatto notare che,oltre alle normali pubblicità dei farmaci,c'era la scritta "ma la miglior medicina è Dio".Robe da matti.

Di Fortaleza comunque non c'è molto da dire. Niente di particolare per lo meno. Classica città brasiliana da tre milioni e rotti di abitanti,palazzoni e centri commerciali (alcuni costruiti non esattamente seguendo le regole a quanto mi dicono),ma anche qua si possono trovare degli angoli mica male. Il centro città,per esempio,mi è piaciuto parecchio,bancarelle,mercatini,musica e un sacco di gente. Una bella cagnara,di quelle che si vedono nei film ambientati nelle città sudamericane,secondo me. Sono anche andato a vedere la vicina cattedrale,che per un europeo può sembrare poca cosa,abituati a secoli di storia,ma non era male. Non ne sono uscito redento,ma si stava al fresco per lo meno. Un posticino carino che merita senza dubbio una visita è Beira Mar,letteralmente il lungomare. Anche qua bancarelle a decine,dove si può comprare un po di tutto. Dalle immancabili T-shirt a statuette di legno,quadri(alcuni anche belli,altri invece....) e cianfrusaglie per turisti.Le solite cose,ma l'aria che si respira è piacevole. Ma il posto merita sopratutto perchè qua si trova la miglior gelateria di Fortaleza. Si chiama 50 Sabores e,a dispetto del nome,si trovano decine di gusti. Da uscirne pazzi.

Dopo una settimana di assoluto relax,servito e riverito (non son riuscito a pagare una cena che sia una),parto. Prossima tappa Jericocuara,300 chilometri a ovest,forse qualcosa in piu. Levataccia alle sei della mattina-eh,non ci sono più abituato- e si parte. Viaggio tranquillo,bus pieno di turisti,una buona metà dei quali olandesi. A mezzogiorno,pausa pranzo,da qualche parte nel Cearà,in un tipico,veramente tipico,locale Brasiliano.
Che tristezza. 

Comunque no,Harry Potter non c'era.Siamo in Luglio,e Hogwarts è chiusa.

Per arrivare a Jericocuara bisogna cambiare mezzo. L'ultimo tratto di strada è tutto sterrato,e saliamo su un bus 4x4,bello ma deleterio per il sedere. Saliamo tutti eccitati,figo,bella storia,ma dopo un'ora non rideva più nessuno. Ma il tratto di strada che fiancheggia la spiaggia,me lo ricorderò per un pezzo. Splendido. Comunque il posto merita il viaggio.Bello e divertente. 
Ma questo ve lo racconto un'altra volta,

mercoledì 24 luglio 2013

Un maestro all'opera

Non so se si è capito dai miei post precedenti,ma a me la Caipirinha piace un bel po'!
Le migliori,finora,quelle di Copacabana,seguite a ruota da Morro de Sao Paulo. Ma anche le altre non facevano schifo eh. Ma quelle di mio zio sono famose anche in Italia,almeno nel giro del parentado,e hanno fama di essere letali. Quindi mi son fatto dare una piccola lezione,se vogliamo chiamarla così,e ieri sera mi son fatto fare una piccola dimostrazione. Al diavolo la cucina brasiliana,meglio gli aperitivi!

 
Una ricetta"normale" ė composta da:
-1/2 lime (non limone mi raccomando)
-2-3 cucchiaini di zucchero di canna
-50ml circa di cachaça 
- ghiaccio tritato quanto basta

Ora,come in cucina il bello delle ricette è che si possono personalizzare,e qui mio zio ha dato il meglio di sè.
-1 lime
- zucchero di canna,più c'è ne meglio è
-ghiaccio tritato,meno è meglio è
cachaça finché il bicchiere non è praticamente pieno
- un divano a portata di chiappa,non si sa mai

In Italia la cachaca non si trova facilmente,quindi si può usare tranquillamente la vodka,e se ci buttate dentro anche qualche foglia di menta,ancora meglio. Salute!

P.S bere con moderazione. Lasciate l'auto a casa.Anzi,andate a piedi meglio ancora.

lunedì 22 luglio 2013

Natal


Un giorno e mezzo a Recife mi è più che bastato. Tempo pessimo poi,giusto per completare la tristezza generale che stava intorno a me. Lascio la Pousada intorno a mezzogiorno,questa volta si viaggia in pieno giorno. La stazione dei pullman si trova decisamente fuori città,una costruzione allucinante in mezzo al niente assoluto. 

Questo per darvi un'idea,metteteci poi nuvoloni e pioggia a secchi e vi fate un'idea del mio umore quel giorno. Alla biglietteria scopro che per andare a Pipa devo raggiungere Natal,e poi prendere un'altro bus verso sud. Ero un po' indeciso però,sarei arrivato in città intorno alle sette di sera,e sapevo benissimo che una volta li non avrei avuto voglia di andare ancora in giro. Sono salito sul bus,comunque,che ancora non avevo deciso,intanto contava solo partire. Il viaggio è stato tranquillo e,una volta tanto,arrivo puntuale.

Esco dalla stazione,e diluvia. Nel frattempo mi ero deciso,e scelgo di restare. Questa volta però,niente Pousada,ma scelgo un ostello segnalato nella guida. Non potevo avere un'idea migliore. Il posto è ottimo,molto informale e si conosce gente in un batter d'occhio. 
Doccetta,ed esco per cena. Chiedo alla receptionist dove posso andare,e mi mandano da Joaquim,un ristorantino gestito da marito e moglie portoghesi. A quanto pare li  mandavano tutti li,infatti tempo dieci minuti e mi unisco ad altri quattro che dormono nello stesso posto. Uno era italiano,Andrea,simpatico davvero. Mi racconta che è ben un anno e mezzo che è via dall'Italia,e che sta per finire i suoi 5 mesi in Brasile dopo essere stato per ben un anno in Australia.Partiva proprio il giorno dopo,infatti.E io che ero così fiero dei miei miseri tre mesi! Mentre ci raccontiamo un po' del nostro viaggio,mi scappa da dire che rimpiango un pochino di non essere riuscito a farlo prima. Insomma,42 anni son una bella cifretta dai. 
Al che lui mi dice che perfino i suoi 27,a volte,gli son sembrati un po troppi. Roba da prenderlo per il collo (Andrea non te la prendere,so che mi stai leggendo,ma è l'unico modo per sfogare la mia invidia!).

Il giorno dopo lo passo tra spiaggia e centro commerciale. Andrea cercava gli ultimi pensieri da portare in Italia e ce la siamo passata così fino al momento della sua partenza. Era preso malissimo,povero,ma dopo un anno e mezzo mica ti vorrai lamentare,no? E poi qua lascia bei ricordi,da quanto mi ha detto,quindi se l'Italia comincia a stargli stretta può tornare quando vuole. Ma le ferie in Brasile continuano,almeno per me,e la sera me la passo tra aperitivi,cena e serata. Bello divertente.

Finalmente il sabato sera son riuscito a vedere uno spettacolo di forró,nella piazzetta proprio fuori dall'ostello. Mi ricordava,vagamente,un po' le feste romagnole,liscio e tutto il resto. Va bene la musica ė completamente diversa,ma lo spirito è più o meno lo stesso. Non c'era Raoul Casadei,e per fortuna. C'era invece una coppia di pazzi scatenati,vestiti con abiti militari dell'800 o giù di li,con sciabola e moschetto. Ballavano benissimo (per il mio standard,che è più che pessimo) ma,sopratutto,erano degli intrattenitori nati. A un certo punto hanno preso una coppia a caso per farli ballare insieme a loro,e ancora adesso ringrazio dio di non essere stato preso dal mucchio. La ragazza se la cavava anche,ma lui era un disastro,e lo hanno letteralmente fatto a pezzi. Ballava come me,insomma.Esasperati,lo hanno mandato via dalla pista da ballo,minacciandolo col moschetto alla tempia. Uno spettacolo. 
Erano tutti con le lacrime agli occhi. Complimenti davvero.

Natal alla fine mi è piaciuta,più per il movimento che per la città in se stessa,che non offre nulla di particolare. Cose da fare c'è ne sono,da una corsa  in buggy tra le dune fuori città,al surf e al kitesurf.
Sono riuscito anche a trovare un tizio che organizzava immersioni. Immersioni vere,non solo quello stramaledetto snorkelin che alla lunga mi stufa pure. Quando mi ha detto,però,che il luogo dove ci si immerge era qualche chilometro più a nord,e che per arrivarci mi sarebbero venuti a prendere intorno alle cinque e mezza/sei di mattina,non so perché,ma mi ė passata la voglia. Ma non demordo,prima o poi una immersione fatta come si deve la faccio. Almeno una,cazz....

Mezzogiorno di domenica. Dopo due giorni e mezzo lascio Natal per Fortaleza. Essere li quel giorno è l'unico impegno che mi son preso,quindi non posso mancare o,meno di tutto,tirar bidone. Però un po' mi è dispiaciuto. 
Passerà....




mercoledì 17 luglio 2013

14 ore non-stop

Alla fine il viaggio in catamarano da Morro a Salvador,di cui andavo tanto fiero,è stato una delusione.Il mare,una volta usciti dalle acque calme dell'arcipelago,era troppo mosso e quindi poco sicuro. Fatto sta che ci hanno fatto andare al porto dove partono i normali traghetti,e una volta li ci hanno caricato su due pullman fino a Itaparíca,o almeno li vicino. Circa tre ore di viaggio,con una ragazzina vicino che non ha smesso un secondo di giocare con la sua Psp portatile. 
Una volta al porto,siamo risaliti sul catamarano per l'ultimo,breve,pezzo fino al porto di Salvador.Devo dire che arrivarci via mare è stato uno spettacolo. Vedere la città che si avvicina,enorme,passando tra i numerosi cargo fuori dal porto mi ha quasi fatto venir voglia di fermarmici ci un paio di giorni. Riesco a trattenermi,e mi faccio portare alla stazione dei pullman. Passando per le vie,mi convinco che quello che mi dicevano di Salvador era vero,deve essere proprio una città da visitare. Un misto di vecchio e nuovo,mescolato alla bene e meglio. Il tassista mi dice che i palazzi più antichi sono di architettura italiana,o almeno la hanno presa come modello. Io non ci capisco nulla,sia chiaro,ma a me non pareva proprio... 
Poco prima della stazione,passiamo davanti a un palazzo degno di un albergo 5 stelle extra lusso.Leggendo la scritta sopra le colonne che stavano all'entrata,capisco che è la sede di non so quale chiesa evangelica.Avete presente i tele evangelisti negli Stati Uniti? Ecco,quei cialtroni ci sono anche qua,e mica pochi.Una volta ho visto uno che,tenendo una mano sulla testa di una vecchietta,diceva qualcosa tipo"maligno esci da questo corpo".Lanciare il telecomando fuori dalla finestra sarebbe stato un attimo,per fortuna mi son tenuto.

La  stazione di Salvador la trovo migliore di quella di Rio,più nuova e luminosa. Appena fuori,si trovano bancarelle per tutti i gusti,musica,un bel movimento insomma. Seduto a fumare una sigaretta,vedo un signore che viene verso di me,appoggia una sacca sul mio zaino,e se ne va.Perplesso,prendo la borsa e l'appoggio di fianco.Dopo un minuto arriva un ragazzo,zaino in spalla e capelli rasta,che la prende e se ne va.Era la sua tenda.Giuro che sta cosa non l'ho capita,e nemmeno ci provo. Passo il tempo chiacchierando con una ragazza accompagnata da figlio piccolo,almeno fino a quando non si sono accorti di essersi seduti vicino a un piccolo formicaio.Sono schizzati su come molle,e anche io,non si sa mai. Il bambino,poi,aspirava di nascosto il fumo della mia sigaretta.Avra avuto si è no 10 anni,robe da matti. Gironzolo qua e la,mangio un hamburger al Mc (ebbene si) e alle 7e15 finalmente parto.Destinazione Recife,nel Pernambuco.Orario previsto di arrivo,le 7e30 del mattino dopo.

Siamo arrivati alle dieci e mezza,quindi fate voi i conti.Il lato positivo però,e che per la prima volta mi so fatto un'idea del paesaggio brasiliano,avendo sempre viaggiato di notte. Quelle tre ore di luce alla fine mi hanno comodo.In questa zona del Brasile,a quanto pare,ci sono un sacco di colline,verdi,splendide.
Villaggi minuscoli,poverissimi,e città più grandi,dove,a vederlo dal bus,il caos la fa da padrone.Un casino infernale. Ma tutto ha il suo fascino;specialmente se visto da sdraiato in un pullman con l'aria condizionata.
Usciti dal pullman,sono venuti a farci visita i signori della polizia militare,vestiti di tutto punto.Talmente gentili che hanno portato con loro anche la mascotte,un cane.Antidroga. Mettiamo i nostri bagagli di fronte a noi e aspettiamo,mentre il cucciolo fa il suo dovere.Mi guardo attorno,e son tutti tranquilli,anche se stanchi e un po' scocciati.Alla fine,a quanto pare,siamo tutti bravi ragazzi,e ci lasciano andare augurandoci buona giornata.Prendo un taxi per Boa Viagém,un sobborgo di Recife,quello più turistico.70Real mi è costato lo scherzo,e sicuramente mi son fatto fregare,ma pazienza.Mi guardo la città dal finestrino,e quello che vedo non mi piace,nemmeno un po'.La città e sporca,tanto sporca,e si passa da grattacieli e palazzoni,a baracche fatiscenti.A Boa Viagém non è molto meglio,solo un po' più pulita,almeno quello. Passo il pomeriggio passeggiando per il lungomare,la classica caipirinha,e la sera a cena.Sono stanco,quindi non mi son sbattuto troppo,e la scelta era tra un ristorante molto bello per fighetti,o uno proprio li vicino,più alla buona. Quello da vip era praticamente vuoto,l'altro bello movimentato,quindi la scelta è ovvia. Caipirinha  dai fighetti,e cena dall'altro.Par condicio.

Oggi mi son alzato,e piove che dio la manda.Domani levo le tende.Probabilmente vado a Praia da Pipa,nel Rio Grande do Norte. 
Poi chissà....

domenica 14 luglio 2013

L'isola che non c'è


Invece c'è,esiste e io ci sono proprio sopra!
Morro de Sao Paolo,a un'ora di traghetto dalla costa e poco a sud di Salvador de Bahia.Per arrivarci  e soggiornare,bisogna pagare una piccola tassa,10 Real,un niente. Non ci sono mezzi a motore in tutta l'isola,tranne delle moto della polizia e un vecchio trattore che usano sulla spiaggia,per sistemarla credo.Una pacchia.Al molo ci sono dei facchini che portano i bagagli alle varie pousadas,usando delle carriole da cantiere.Pulite,spero.Non li invidio,Morro si trova in cima a una collina che da sull'oceano,e le strade sono piuttosto ripide in alcuni punti.
Dalla piazza partono due stradine,una verso l'interno e l'altra che porta alle spiagge,denominate prima spiaggia,seconda spiaggia e via così fino alla quarta. Viva la fantasia. Belle però,sopratutto la seconda,piena di vita specialmente la sera,con una sfilza di locali e musica dal vivo praticamente ovunque.La prima è un buco,la terza carina e la quarta molto bella,peccato per il vento,che non ti molla mai,e per una piattaforma petrolifera che fa bella mostra di sé al largo. Infatti ci son stato una volta sola,poi non mi hanno più visto...
La zona che dá all'interno è forse quella meno turistica.Cosi a occhio penso sia quella dove vive la maggior parte della popolazione del luogo,e a parte qualche bar qua e la non c'è poi molto.Il suo bello sta nel l'essere piena di vegetazione,con alberi e palme che danno un'atmosfera proprio bella.

Morro da il meglio di sé intorno al tramonto,quindi dalle quattro e mezza in poi in sto periodo. Ritrovarsi     a bere una caipirinha nei locali che danno sul molo è un must,mentre nella piazza cominciano ad arrivare le bancarelle che fanno dei drink di frutta spettacolari. Frutta che nemmeno io conosco,in alcuni casi. Altri invece danno da mangiare delle robe fritte,che mi son limitato a guardare. Il più organizzato era senza dubbio un signore,sulla cinquantina,bello grosso anche,che mentre faceva lavorare la moglie "ai fornelli",lui con praticamente mezza famiglia (c'erano nipoti e figli), passava la serata a suonare la chitarra accompagnato dal parentado. Faceva affari d'oro,mica stupido,ed era parecchio simpatico. Dopo un paio di sere che vado a vederlo,scopro che parla italiano,e che suo padre è di Padova.....

Fondamentalmente Morro è un posto per famiglie e coppiette in amore;locali a lume di candela,posticini appartati e tranquillità. Bello si,ma io cercavo qualcos'altro.Per fortuna,l'ho trovato.
Stavo aspettando il mio turno all'unico bancomat del paese (dovrò fare un post sui bancomat inBrasile,siano stramaledetti),quando un tizio mi chiede se funziona. Cerco,nel mio portoghese patetico,di dirgli  che son tre giorni che non va.Capisce subito che sono italiano e si presenta come Enrico.Romanaccio fino al midollo,ex avvocato,magro da far paura,mi dice che qua è una cosa normale,capita spesso che il bancomat sia fuori servizio e di portar pazienza.(Al momento incui scrivo,3 giorni dopo,ancora non andava...) Alla fine mi dice che gestisce un locale,fuori mano e,parole sue,alternativo."Più una comunità,me capisci?" Capisco e,ovviamente,ci vado. Bellissimo.Arrivo la sera,e la prima cosa che sento,facendo una stradina che passava praticamente per la vegetazione,è Guccini.Bene. Entro e sei sette persone stanno facendo l'aperitivo. L'unico muro del locale è coperto da un disegno di Bob Marley,fatto benissimo,mentre un tizio suona musica reggae accompagnato da una tipina  niente male (concedetemelo). Mi offrono uno spuntino e da bere,con una naturalezza splendida,e mi fanno sentire a mio agio fin da subito. Faccio conoscenza con un argentino e la sua ragazza,e mi chiedono le solite cose,quanto ti fermi dove vai ecc ecc...Scopro che anche loro sono in viaggio per il Brasile,un po' come me insomma.Solo che loro sono in viaggio da più di un anno,in autostop,e che si fermano li ancora per un mese,forse più,e poi vanno "da qualche parte nel centro delBrasile,basta mare". Le merde. Comunque l'italiano sè trovato davvero un bel posticino.Amache appese in giro,un sacco di libri,una vista del tramonto migliore dei locali del centro,con il mare a due metri dalla terrazza. Mi dicono che durante il giorno fanno delle attività di gruppo e,se mi interessa,alla mattina fanno yoga.Alle dieci.Gentilmente,rifiuto. 

Non si vive di sole e caipirinha,ovviamente,e mi metto alla ricerca di un ristorante fatto bene. Devo dire che finora la cucina brasiliana non mi ha proprio entusiasmato e,a parte una moqueca di gamberetti a Itaúnas,il resto era nella media.Ci tengo a precisare che io,quando pago,sono un rompiballe. Alla fine trovo uno,Il Sitio,gestito da un'argentino che si chiama Alessandro Leali...neanche dire da dove arriva la sua famiglia.Brescia. Le mura del locale sono ricoperte da scritte dei turisti,una cosa comune qua,anche per le strade,e stasera ce ne metto una anche io...in tedesco magari. Così,per confondere le acque. Qua mi son conceduto per la prima volta un piatto di linguine ai frutti di mare e,sorpresa,erano buone e anche al dente.Nonl'avrei mai detto. Inutile dire che oramai son di casa...

Comunque dopo Arrajal d'Ajudal,Morro è stato un successone.Bellissimo posto,gente simpatica e mare da favola (non ho trovato ancora un diving center ma pazienza) Unica pecca,ho girato per una settimana senza un soldo in contanti,solo carta di credito.Niente di che,ma usare la carta anche solo per comprare le cicche mi sta sulle balle. Meno male che prima di finire i contanti son riuscito a spazzolarmi una aragosta sulla spiaggia che mi ha fatto commuovere....

Comunque domani alle 11 e mezza si parte,destinazione Salvador (in catamarano da sborone) e da li a nord fino a Recife.12 ore di bus,toccando ferro....



giovedì 11 luglio 2013

Arrajal d'Ajudal

Arrivato,finalmente,aPorto Seguro,mi mancava solo da decidere con che mezzo andare ad Arrajal. Ero tentato dal taxi,ma una volta saputo quanto volevano per la corsa,mi son detto che in fondo anche il bus non è un brutto mezzo per viaggiare. Era ancora presto però,così mi son seduto al bar della stazione e mi so fatto due caffè,buonissimi. E poi mi ci volevano tutti.
Mentre aspettavo,vedo avvicinarsi un ragazzo. Spiace dirlo,ma è molto probabilmente l'uomo più brutto che io abbia mai visto. Camminava a quattro zampe,con la schiena inarcata e il sedere alto. Appoggiato sulla schiena,teneva un materassino,di quelli che si usano abitualmente per fare ginnastica. Andava in giro per la stazione a chiedere soldi,e aveva una voce strana,come se parlasse attraverso una trombetta. Era vestito solo di un paio di pantaloncini che gli arrivavano al ginocchio,scalzo,e la reazione che suscitava tra i presenti era sopratutto di repulsione. E,me ne vergogno,anche in me.
Alla fine mi alzo e vado a prendere sto benedetto autobus. Chiedo in giro qual'è quello per Arrajal e,sarà la stanchezza o cosa,non ci capivo assolutamente nulla. Sapevo solo che dovevo scendere al molo,prendere il traghetto,e da li un'altra bus per Arrajal. Sto viaggio non finiva mai,ero esausto.
Alla fine si avvicina il ragazzo della stazione,col suo bel materassino in groppa,mi fa cenno di salire sul bus che stava arrivando proprio in quel momento e dice al bigliettaio che è a bordo dove devo scendere. Poche fermate dopo lui scende,dice al tipo di ricordarsi di avvisarmi quando devo scendere io e mi saluta anche. Mi son sentito una merda,inutile dirlo.
Comunque arrivo al molo,mi unisco ai molti pendolari che vanno ad Arrajal per lavoro e mi faccio i cinque minuti cinque di traversata. Non fanno prima a costruire un ponte?
Dieci minuti di bus e scendo nella piazza del paese,e a momenti bacio la terra come il papa. Prendo dalla tasca l'indirizzo e chiedo informazioni.La Pousada Bahiamar in via Parracho. Più semplice di così!
Purtroppo c'è anche la spiaggia che si chiama Parracho e,inutile dirlo,mi mandano li...
Incazzato nero faccio quello che avrei dovuto fare fin da subito. Chiamo un taxi e mi faccio portare alla Pousada,a due minuti a piedi da dove mi aveva lasciato il bus.Una doccia e me ne vado a dormire. Mi son svegliato che era sera...

Arrajal d'Ajudal è la classica trappola per turisti.Situata in cima a un promontorio che si affaccia sul mare,le sue strade pulite e curate ricordano San Francisco ( non ci sono mai stato ma fa lo stesso).
La strada principale è la classica zona per turisti come si vedono anche da noi;locali uno dietro l'altro,negozi che vendono le solite porcherie per turisti,gelaterie,pub,insomma non  manca nulla. Questa strada viene anche chiamata la rua dell'alcol,per ovvi motivi.
Girando noto che ci sono molti ristoranti italiani e,come vengo a sapere più tardi,sono stati proprio gli emigrati italiani in Bahia a dare il via al turismo nella zona.Mica scemi,il posto è splendido. 
Opto  per un ristorante brasiliano,ovviamente,dove mangio discretamente bene. Quattro passi e mi fermo in un locale dove suonavano dal vivo. Non c'era molta gente,ne li né in giro. Faceva freddo e c'era un vento che ti portava via. Ma i tre tizi suonavano bene,e alla fine mi son fatto anche ben volere; ero l'unico che gli applaudiva...

La spiaggia era tutto l'opposto di quella di Itaúnas.Piccola e affollata. Prendo una sdraio che i locali danno a disposizione e mi trovo un buco libero. Sono circondato da famiglie con bambini e venditori ambulanti. Faccio conoscenza con la cameriera,e vengo a sapere che il titolare è italiano,alè! 
Passo la giornata come un turista qualsiasi,leggendo un libro osceno di Dan Brown (l'unico libro in italiano che son riuscito a trovare qua) e mangiando gamberetti (beh questi erano buoni).
Ora di sera mi avvio verso la mia camera,pensando che,anche se le spiagge della Bahia sono famose,finora Espirito Santo conduce uno a zero.Mi riprometto di andare in cerca di una spiaggia più fuori mano, il giorno dopo.Non lo sapevo ancora,ma sarebbe stata la mia unica giornata in spiaggia ad Arrajal.

Tempo schifoso,ha praticamente sempre piovuto per i restanti tre giorni,o quattro non ricordo. Li ho passati leggendo tutto quello che mi capitava a tiro,e chiacchierando con i ragazzi che gestivano la Pousada. A loro si aggiungeva,a volte,un ragazzo americano che vive in Brasile,e che avrebbe fatto felici  le lettrici di questo blog (sempre se c'è ne sono,a parte mie sorelle).
Ne avevo abbastanza,era ora di pensare alla prossima tappa,e avendo sentito parlare di Morro de Sao Paulo,chiedo a loro che ne pensano. Me ne parlano bene,e così mi decido.Il giorno dopo prendo le mie cose e mi preparo mentalmente a un altro viaggio di circa 7 ore.

A farla breve,non è che sia andata benissimo.Vuoi il tempo,vuoi che un giorno son stato anche poco bene,alla fine ero contento di andarmene.Decisamente,non è il luogo adatto per uno che gira da solo zaino in spalla. Se metto su famiglia magari ci torno...



giovedì 4 luglio 2013

Imprevisti del turista fai da te

In teoria,per arrivare a Arrajal d'Ajuda,in Bahia,da Itaúnas,ci dovevo mettere cira 12 ore,tra viaggio vero e proprio e attese per i vari cambi di pullman.Forse qualcosa in più,via. Quindi,secondo i miei calcoli,sarei dovuto arrivare intorno alle 7/8 del mattino di martedì. Ma,si sa,io a fare calcoli non sono mai stato sto gran genio,se ci si mette anche la sfiga poi,addio.

Prima tappa,Conceicao da Barra. È da li che devo prendere l'onibus per Sao Mateus,dove si trova la stazione degli autobus a lunga percorrenza. Conceicao è un postaccio  infame. Mi ricorda quei paesini che si trovano anche da noi,case basse,pochi alberi e un sole che picchia sull'asfalto come un fabbro sull'incudine. Insomma,un caldo a bestia.E il bello è che ci devo passare circa 5 ore,zaino e tutto. Un po' le passo mangiando qualcosa e sopratutto leggendo il mio fido Asimov,Dio lo benedica.L'autobus doveva partire alle sei di sera circa,mi metto comodo e aspetto.E qui cominciano i guai.Arriva il tizio che gestisce il bar della stazione,e mi dice che tutte le strade sono bloccate.Sia per Sao Mateus che per la Bahia.Morale,"oggi non si parte"! Accuso bene il colpo,davvero,e mi dico "vabbé,parto domani.Mi trovo una camera per la notte e tanti saluti". E così faccio. Ovviamente mi devo accontentare,so che non mi trovo in un posto particolarmente turistico,quindi non mi faccio molte illusioni sull'hotel.E faccio bene.Tenendo conto che qua non siamo nemmeno in stagione,comunque,mi accontento.E poi è solo per una notte,ce la posso fare. L'unica cosa che ho fatto fatica a sopportare è stato il letto.Mai dormito su un materasso così duro e,giuro,il giorno dopo avevo male al sedere! Oltre ad aver dormito da schifo,ovvio. Pace,faccio una doccia,colazione e piano piano ritorno alla stazione.Stavolta l'autobus parte alle tre.Altro giro,altra corsa.

Arrivo  a Sao Mateus,,una cittadina di centomila abitanti,come Bolzano.Un bel po' più incasinata comunque.Tempo di attesa per la coincidenza,tre ore circa,poco dai.Non succede nulla di particolare,gente che va e che viene,bus che passano,le solite cose,la solita noia.Arriva il pullman,un po' in ritardo,ma niente di eccezionale.Faccio conoscenza con un gruppetto di persone,tra cui una grassona(concedetemi il termine) simpatica da matti.Saliamo e si parte.
Che differenza dal viaggio precedente!Sarà per l'ora-le sei invece che mezzanotte-ma il pullman è pieno,tutti son svegli e spigliati.C'è una bella caciara.
Siamo in viaggio da almeno due ore (già in Bahia quindi)che ci fermiamo."ah che bello,pausa cicca e caffè"penso io.Invece no.Sapete tutti dei casini che ci sono in Brasile al momento.A quanto pare non si limitano,come pensavo io,alle grandi città,ma anche nei posti più piccoli e sperduti.Fatto sta che la strada era bloccataRestiamo fermi almeno un'ora,e l'autista era continuamente al telefono per capire che fare.Quasi tutti se ne stanno seduti, tranne il piccolo gruppo di tossici(presente!) che scende a fumare.Non posso fare a meno di notare che nessuno,nessuno,è nervoso o arrabbiato,anzi.Molti parlano e scherzano,pochi se ne stanno mezzi addormentati sulle poltrone.Non posso fare a meno di pensare cosa sarebbe successo se,mettiamo un posto a caso,fossimo in Italia.Ammetto che mi son messo a ridere al pensiero. Alla fine l'autista decide il da farsi.Si torna indietro,e da Sao Mateus si fa un'altra strada. Qui qualcuno si è scocciato,e posso anche capirlo.Mica son tutti in ferie qua.
La rete autostradale,per quel che ho potuto vedere finora,è pessima.Scordatevi le autostrade,mai vista una.Tutto a due corsie,relativamente dritte e tenute maluccio.Questo sulle strade più importanti.Vi lascio immaginare che stradina ci siamo messi a fare noi.
Siamo passati per centri abitati,paesini insignificanti;alle volte sembrava di fare un rally da quanto si ballava.Non è stato uno spasso.Ogni tanto il pilota(promosso da autista) scendeva a parlare per chiedere informazioni,non conoscendo nemmeno lui bene la strada da prendere. Ma alla fine riusciamo a rientrare sulla strada principale e le cose sono date uno meglio.Son riuscito anche a chiudere occhio per un po',anche se non posso certo dire di essere arrivato,alla fine,bello fresco.
Comunque tutto bene quel che finisce bene.Arriviamo a Porto Seguro alle 5 del mattino invece che a mezzanotte,e devo dire che ne sono stato segretamente contento,e vi spiego perché.
Se tutto fosse andato come doveva,sarei dovuto arrivare alle sette del mattino del giorno precedente,già giorno insomma,e poi prendere per Arrajal d'Ajuda. Partendo il giorno dopo,invece,sarei arrivato a mezzanotte e,lo ammetto,la cosa mi preoccupava un po'.Non avevo idea se avessi trovato qualcosa di aperto,un taxi per portarmi in un hotel,niente.Gia mi immaginavo di passare la notte in una stazione degli autobus e aspettare giorno.Insomma,non proprio il massimo.
Grazie ai manifestanti,,invece,alle 5 era già più sopportabile.Da quel che avevo letto,già avevano il mio appoggio,per quel che può valere.
Ora,mi erano anche simpatici.

Mi mancava solo l'ultima tratta,breve,da Porto Seguro a Arrajal e una volta li,trovare la Pousada che avevo prenotato.
Ma questa,è un'altra storia.




Gente de Itaúnas

"Ho avuto modo di vederlo più di una volta. Più un posto è piccolo,isolato e "fuori dal mondo",più le probabilità di incontrare gente originale,per usare un eufemismo,aumentano.
Itaúnas non fa e eccezione.

I primi della lista,quasi superfluo dirlo se uno ci pensa bene,sono tutti quelli che,per un motivo o per l'altro,sono emigrati dal loro paese d'origine per finire in un posto come questo,dimenticato da Dio.
Oltre agli immancabili italiani,qua trovate francesi,tedeschi e una bella dose di brasiliani dal passato,stando a quanto mi hanno detto,piuttosto...vissuto,ecco.

Il francese,per esempio,ha passato i primi suoi due anni a Itaúnas praticamente ubriaco,apparentemente non facendo altro che spendere quei soldi che,evidentemente,aveva messo da parte. Ora ha aperto una Pousada,che io ho trovato chiusa. Carina,anche.

Su l l'italiano ho già accennato. Alla fine sono riuscito a conoscerlo,per caso,tra l'altro.
Me ne stavo andando alla spiaggia (che noia) quando me lo son visto davanti che trafficava nel suo locale. Quattro chiacchiere,e ci diamo appuntamento la sera. C'era Italia-Spagna,e per far conoscere due italiani niente di meglio che una partita di calcio,lo sapete anche voi.
Alla fine si è rivelata una serata piacevole,alla quale si sono aggiunte la moglie con la bambina appena nata,Eleonora la regina,e la suocera,simpaticissima ( ci ha preso per il sedere tutta la sera,una volta che l'Italia ha perso ma vabbé...).
Inevitabilmente,chiedo a Valentino,si chiamava così,com'è finito in un posto come questo.
E allora comincia a raccontare. Io non vi racconterò nulla ma,giuro,che appena certe cose cadono in prescrizione aggiorno il post e ve le dico tutte. Ma devo dire che il ragazzo-ha 34 anni-si è sistemato proprio bene,tanto di cappello.
Finisce nell'unico modo possibile. Spaghetti pomodoro,basilico,e birra.

Bixio gestisce una Pousada tra le più vecchie qua a Itaúnas.(O dovrei dire là,visto che son 700 km più a nord,ora). Il signore in questione ha la bellezza di 75 anni,7 (sette!) matrimoni alle spalle,una moglie-l'ultima?- di 35,e in passato ha gestito anche un bordello.Io non l'ho conosciuto,purtroppo,ma da quanto mi dicevano,passare una serata nel suo locale doveva essere uno spasso. Alcolizzato,passa le serate a raccontare aneddoti e a gonfiarti di birra e cachaça. E non mi importa se una buona metà di quello che racconta son balle,io adoro quelle serate!

Poi c'era un tizio, non so nemmeno come si chiamava,che era un po' il disturbatore della quiete pubblica diciamo. La prima volta che l'ho visto era fuori dal supermercato,birra in mano,che invitava la gente a entrare a vedere il Brasile che giocava. E lo faceva con uno stile tutto suo.
Ogni volta che lo vedevo in giro,o urlava,o cantava O tutte e due le cose insieme anche.
Ma il massimo lo ha raggiunto una sera. Ero in un locale a cenare e me la chiacchieravo con il proprietario, a parlare del forró,una musica brasiliana. Non avendola mai sentita,chiedo che tipo di musica sia. Lui non mi sa aiutare. E proprio in quel momento passa Lui,ascolta la domanda,si mette dietro una macchina,a non più di due metri da dove stavo cenando,piscia,e comincia a cantare una canzone che,immagino,era forró. Finto di fare i suoi bisogni,gira e se ne va,cantando tutto contento.
Quando si dice avere stile.

Ma la persona più interessante era senza dubbio il gestore del Lobo de Mar,il mio ristorante preferito (non che ci fosse molta scelta).Una di quelle persone dai mille interessi,Scriveva poesie,canzoni,suonava una cosa che a orecchio suonava come violon,che da quanto ho capito è una specie di chitarra.Appassionato di cucina,ovviamente,e di Hermann Hese.Ha una sorella che vive a Reggio Emilia,e un cognato che evidentemente non gli va molto a genio,definendolo come ateo comunista,con un tono degno di un qualsiasi berluscones preso a caso. Nessuno è perfetto.
Lui è un altro che ha problemi di alcolismo. Immagino che in un posto così non sia cosa rara,basta pensare dalle nostre parti..

Ci tengo a dire che certe cose ho auto modo di saperle per sentito dire,sul francese e Bixio per esempio,non avendoli conosciuti di persona. E anche altri aneddoti su personaggi che giravano qua e là. Ovviamente bisogna prenderle con le pinze,ma sentirle raccontare è sempre divertente. Che sia vero oppure no,alla fine,non conta molto.


P.S Spero ci siano abbastanza virgole,sorella frantumasantissimi....